AGOSTA CONTRO ORTISI

TRAPANI – “In occasione del recente Congresso Provinciale di Rifondazione Comunista, pur essendo stato proposto dalla Commissione Elettorale, mi sono auto-escluso dal Comitato Politico del Partito a cui aderisco dalla sua fondazione e cioè dal lontano 1992”. L’amarezza traspare dalle parole del comunicato diffuso, lo scorso 21 luglio, da Vito Agosta, storico leader del PRC a Trapani.

Agosta, già consigliere provinciale dal 1998 al 2003, e prima consigliere comunale a Valderice, riversa, oltre che l’amarezza, tutta la sua rabbia nelle parole, rabbia per un Partito, a Trapani oramai ridotto – ed anche per colpa sua che l’ha co-gestito in passato – ad un cumulo di macerie, e sulle quali sventola la bandiera del “nemico”, un “nemico” che ha conquistato con l’inganno la rappresentanza di quello che era il Partito della Sinistra anti-capitalista.

Agosta critica la gestione e l’esito dell’ultimo recente Congresso provinciale: “Un Congresso svoltosi a Segesta, domenica 13 luglio, nel silenzio e nel più totale isolamento rispetto alle istituzioni, alle altre forze politiche ed agli organi d’informazione”.

Il vecchio leader spiega quindi la sua scelta di astenersi a continuare la co-gestione del Partito: “Con la mia scelta ho inteso ed intendo denunciare pubblicamente (peccato che sulla stampa di regime abbia ottenuto solo poche righe, NdR) il colpo di mano spregiudicato, maldestro, e furbescamente congegnato che è stato portato a termine da un gruppo ben definito (taluni fino a ieri “fedelissimi … forse non corrisposti” del sindaco di Erice) iscrittosi in fretta e furia al Circolo “Rostagno” di Trapani ed ispirato dal consigliere provinciale Peppe Ortisi, evidentemente troppo preso dalla fregola della riconferma, e per questo transitato nel Partito della Rifondazione Comunista ma sempre con in testa l’idea della defunta Sinistra Arcobaleno”.

Peppe Ortisi, Rifondazione, ora SELQui Agosta non mostra, nella denuncia, né il coraggio di dire ciò che completamente pensa e né la “lungimiranza” di comprendere tutta la realtà. Non è vero, infatti, che coloro che hanno, con “un colpo di mano”, occupato il Circolo “Rostagno” sono dei “fedelissimi non corrisposti di Tranchida”. E non è vero, secondo noi, che Ortisi si sia candidato in Rifondazione solo per avere la certezza di un posto in Consiglio una certezza che la lista “Uniti per Trapani” (composta anche dai “Verdi” dove, sino ad un minuto prima, Ortisi si riconosceva).

Ortisi è entrato “strategicamente” in Rifondazione – sperando in una vittoria di Nicky Vendola al Congresso Nazionale – per farsi strada in una futura carriera da leader politico della “Rifondazione della Sinistra”.

Anna Bellina, Valentina Villabuona, PierVittorio Dimitry, Massimo Candela, tanto per nominare alcuni dei “nuovi” iscritti del Circolo del PRC di Trapani denominato “Rostagno” sono ancora dei fedelissimi di Giacomo Tranchida. E’ evidente, pertanto, che dietro il loro “doppio tesseramento” (col Movimento “Erice che Vogliano” e con “Rifondazione”) c’è una mossa diretta dal sindaco di Erice: un sindaco “movimentista”, ma ben saldo dentro i partiti, da lui occupati tramite i fedeli assessori Catalano e Romano (membri del direttivo del PD) ed ora tramite Villabuona, Bellina (che poi è la madre di Valentina) ecc. Ma un sindaco “vicinissimo”, anche, al “movimento” Un’Altra Storia di Rita Borsellino (referente a Trapani Rino Marino, altro fedelissimo di Tranchida), insomma con un piede in … quattro scarpe!!!

Perché? Per assicurarsi la “copertura politica” di una propria ricandidatura in caso di “sfiducia”? Per assicurarsi il “silenzio” del centro-sinistra rispetto alla propria deficitaria gestione? Per prepararsi alla “scalata” politica alle prossime regionali o nazionali? Questo non lo sappiamo.

Ma torniamo al documento di Agosta. Esso prevede affondo per il riconfermato segretario provinciale Salvatore Morsellino e per il futuro ex-segretario regionale Rosario Rappa. Le parole che usa per il primo sono “gravi appaiono le responsabilità del Segretario provinciale Morsellino che nella sua fallimentare gestione si è dimostrato inadeguato e privo di un concreto progetto autonomo, per il nostro territorio, in quanto egli stesso “invisibile”, al tessuto sociale ed economico della provincia trapanese”. Al secondo un addio con un “è parso colpevole l’avallo del segretario regionale del PRC, il quale, per fortuna di questo partito, ormai è al capolinea, essendo stato sconfitto in sette congressi provinciali della Sicilia, dopo aver provocato un vero e proprio disastro politico in tre anni di autarchia solitaria”.

Un “accenno”, senza nominarla, all’ultima segretaria del fantomatico Circolo “Rostagno”, Maria Pia Erice: “… in tale vicenda, che ha visto appunto il Circolo Rostagno divenire sempre più strumento di lotta politica interna…”.

Qui finisce il comunicato di Vito Agosta. Reazioni, di Ortisi, di Tranchida o dello stesso “Circolo” Rostagno? Alcuna. E questo a dimostrare, ancora una volta, che Agosta è “fuori” dal Partito e da un Partito, che almeno a Trapani, è oramai solo un simbolo occupato da altri. La conferma? Il primo passo del nuovo direttivo del “Rostagno”? Uscire con un comunicato di sostegno all’azione di Tranchida sulle Guardie Mediche …

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