ALLA CARICA DEL CENTRO SOCIALE

Silvana Catalano

Silvana Catalano

ERICE – Il Comune di Erice è ancora all’anno zero nei servizi sociali e la nuova (nuova, ma già oltre dieci mesi sulle spalle) Giunta guidata dal sindaco Giacomo Tranchida non è, almeno su questo punto, riuscita a fare alcun passo concreto in avanti. Parliamo, in particolare, dei “Centri Sociali” che mentre nella “lontana” Trapani sono dei veri e propri “Centri Territoriali d’Incontro” aperti all’intera collettività (vedi Regolamento approvato con delibera n. 40 del Consiglio Comunale il 26 marzo 2003, recentemente aggiornato) ad Erice sono “ancora” dei luoghi dove “emarginare” “Vecchi, Minori e disabili” (vedi vigente Regolamento risalente al 1997, art. 3).

 

Mentre, secondo il regolamento vigente a Trapani (la realtà non la conosciamo, ma proveremo a “scoprirla” nei prossimi giorni) l’Amministrazione comunale mette a disposizione degli utenti dei Centri sociali «strumentazione varia (tv con impianto di ricezione satellitare…), …, attività di laboratorio con cadenza settimanale, cineforum, …, lettura giornali, …, attività motoria, …, conferenze/dibattiti, mostre…)», il Comune di Erice si limita a consentire il balletto, le partite a carte e la lettura del Giornale di Sicilia. Di scambi generazionali, invece, neanche a parlarne. Un muro!

A dirimere la questione basterebbe leggere l’articolo 4 della L.R. 22/1986 che regolamenta la materia («I servizi e le prestazioni di cui alla presente legge sono rivolti a tutti i cittadini residenti nel territorio …»).

Un altro interessante aspetto di differenza è dato dall’autonomia gestionale vigente in quel di Trapani (una sorta di “bilancio partecipato” di sinistrorsa memoria), cosa del tutto assente nel Comune di Erice, benché questo sia gestito da un personaggio che, in teoria, si richiama ai concetti della “sinistra”. Ma come si dice: «Tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare».

E’ qui ci sta in mezzo un Regolamento vecchio (ad Erice) e bisunto che la nuova amministrazione non ha avuto, ancora, il tempo di “riscrivere” (impegnata, com’è, in tante battaglie d’immagine, ops di legalità). Recita l’art. 11 del “vecchio” Regolamento di Trapani per i Centri Sociali che «il Dirigente assegnerà un budget per singolo Centro Territoriale d’Incontro in misura che sarà annualmente determinata dalla Giunta sulla base di ogni singolo iscritto … la risorsa sarà utilizzata in conformità a determinazione adottata dal Comitato (degli iscritti al Centro, democraticamente eletto, NdR) per piccole spese utili o necessarie per la realizzazione delle iniziative programmate dallo stesso Comitato».

Al contrario ad Erice, secondo l’art. 11 del vigente Regolamento, «sulla base delle proposte avanzate dal territorio, dall’analisi sociale condotta dagli operatori dei centri e in relazione alle risorse disponibili, l’Ufficio di Servizio sociale predisporrà apposito programma annuale che verrà portato a conoscenza degli utenti».

In attesa di un auspicabile intervento, ad Erice, di “adeguamento” ed “aggiornamento” del Regolamento d’accesso e di gestione dei Centri, a cura del dirigente di Settore dott.sa Leonarda Messina (clicca qui per mandarle un’email) e dell’assessore al ramo dott.sa Silvana Catalano, – benché non siamo ancora “anziani” (pare che secondo gli uffici ericini lo si è a 60 anni per gli uomini e 55 per le donne) – noi abbiamo “provocatoriamente” richiesto, lo scorso 20 marzo, l’iscrizione al Centro Sociale di San Giuliano – Erice. Auspicando che altri cittadini ericini seguano la nostra iniziativa.

Speriamo, da un lato o dall’altro, di far accelerare i “passi” per la stesura del nuovo Regolamento e per il potenziamento dei servizi sociali che non sono solo, come crede l’assessore Catalano, erogare danaro (attraverso il lavoro, naturalmente) al cittadini ma permettere la socializzazione della popolazione e la sua crescita culturale. Almeno secondo noi.

Faremo sapere, ai lettori di Altra Trapani, l’evolversi della nostra richiesta e della nostra “battaglia”.

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