COMUNE CONTRO I SINDACATI

ImageVALDERICE – “Chiediamo il rispetto delle normative vigenti e del ruolo rappresentato”. Questa è la richiesta delle segreterie e delle RSU, ovvero delle rappresentanze sindacali, del Comune di Valderice, scaturenti da una lettera datata 13 settembre 2006, ma che, ancora oggi è valida, a detta di Camillo Iovino, candidato sindaco che rappresenta l’opposizione all’attuale amministrazione. Sarebbe evidente che i rapporti tra il Comune “rosso” e i sindacati, a Valderice, non sarebbero dei migliori.

I sindacalisti lamentano che, a Valderice, “la contrattazione viene svilita da inutili discussioni e dalla mancanza di precise impostazioni di coordinamento”, “la concertazione nemmeno la chiediamo perché il confronto coi sindacati è considerato una perdita di tempo e quindi inutile” (dall’amministrazione, NdR), “l’informazione … (con data fittizia) viene fatta postuma”, “le forme di partecipazione sono inesistenti (forse non è compreso cosa sia)”.

Accuse pesanti come macigni. Ma la “sinistra” non è, per definizione, a favore della partecipazione, informazione, concertazione, per i lavoratori? Forse, i dirigenti valdericini del Partito Democratico, hanno dimenticato cos’è la “sinistra”!

Per questo – affermano con forza i sindacati – diciamo basta allo stato posto in essere di emettere chiarimenti, direttive e comunicazioni od altro materiale unilaterali e, ove previsti, che non risultino da accordi sottoscritti con le Organizzazioni sindacali o in contrasto”.

Perché – prosegue la lettera dei rappresentanti dei lavoratori comunali – se è vero, come è vero, che sia dovere di un dipendente di lavorare a fronte di una retribuzione; è anche vero, perché è vero, che ogni dipendente dovrebbe essere a conoscenza del proprio ruolo e dei propri compiti all’interno dell’Ente, dovrebbe essere motivato a svolgerlo e messo nelle condizioni di migliorarlo e perfezionarlo”.

Come definire la condotta dell’amministrazione comunale di Valderice. Per i Sindacati essa o “è un attacco al ruolo” del sindacato, o è “pressapochismo”.

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