DE SANTIS ED IL TOPOLINO

Giovanni  De Santis

Giovanni De Santis

Stamani il consigliere comunale Giovanni De Santis ha compiuto un nuovo passo nell'autodistruzione della propria credibilità politica: ha presentato, in una conferenza da lui promossa all'Hotel Vittoria di Trapani, il suo “movimento” Democratici Liberi ed il relativo “manifesto politico”.

Eletto una prima volta consigliere nel 1998 è stato riconfermato nel 2001 (363 voti, Lista Corte) e, infine, nel 2007 – con 339 voti di preferenza – nelle file de “La Margherita”.

Ora, dopo aver dichiarato la “propria indipendenza” dal Partito che lo ha eletto (vedi Video) , ed aver subito una dura condanna da parte dell'ex-compagno di Partito De Caro (vedi Video) ha deciso di non voler restare “isolato”. Ciò avrebbe provocato, infatti, alla lunga, la propria “espulsione” dall'accesso ad ogni contesto istituzionale: con poco più di 300 voti dove dovrebbe andare?

Scrive infatti l'ex-del centrosinistra «pur essendo equidistante sia dall'Unione che dalla casa della Libertà, non intende porsi in una velleitaria posizione d'isolamento».

Per De Santis, resterebbero due strade: quella – in salita e piena di incognite personali – di “sollevare” e guidare un “movimento” popolare che si contrapponga all'attuale politica, ovvero quella – più semplice e foriera di risultati personali – di entrare in un Partito. Quale? Il Partito Democratico, dal quale si è auto-escluso, Forza Italia, l'UDC o, addirittura, … l'MPA?

Quest'ultima scelta sarebbe la più gettonata a leggere il suo “manifesto politico” : «Obiettivi a medio termine: il Movimento aderirà ad un soggetto politico di più ampio respiro, allorché si sarà delineato un quadro politico generale più stabile, con chiari orientamenti sulle alleanze e sui programmi. L'area politica di riferimento del Movimento è quella MODERATA legata alla tradizione cattolico-democratica e riformista, che guarda con attenzione a chi lavora per il consolidamento delle AUTONOMIE territoriali e del decentramento amministrativo».

Un vero autogol per colui che, da Presidente della Commissione Statuto ha prima fatto inutilmente trascorrere il tempo per realizzare per tempo il Regolamento per i Consigli di Quartiere (rendendo impossibile la loro elezione nel 2007) per poi nel verbale finale della Commissione scrivere «Appare, nella sostanza, inattuabile, in quanto non sostenibile economicamente e a livello organizzativo, l’attivazione delle circoscrizioni di decentramento (Consigli di Quartiere, NdR). La Commissione, pertanto, propone di cassare gli artt. 58, 59, 60, 61 e 62 che delle circoscrizioni disciplinano l’istituzione e il funzionamento …».

Paolo Ruggirello

Paolo Ruggirello

Resta solo, quindi, una cartolina amorosa al MOVIMENTO PER LE AUTONOMIE (MPA) di Raffaele Lombardo e Peppe Ruggirello o al MOVIMENTO DEI MODERATI di Norino Fratello (ora ha abbandonato la politica per problemi con la Giustizia) e Mimmo Tumbarello. Ed in effetti la sala era “gremita” di suoi neo o ex rappresentanti: dall'ex-Margherita il sindaco ottuagenario di Partanna Enzo Culicchia, da Peppe Bianco (consigliere provinciale, con in passato problemi con la Giustizia), a Vito Mannina (ora ha costituito un Movimento dei MODERATI), a Peppe Ruggirello (ex-Nuova Sicilia, ex-fedelissimo di Bartolo Pellegrino, il quale ultimo ha – in atto – dei problemi con la Giustizia).

Certo è che la scelta di entrare in un Partito risulta incoerente con quanto – da Lui stesso – asserito nel “Manifesto” «La cosidetta “base”, i simpatizzanti, gli eletti nei consessi civici locali, che sono i più genuini e consapevoli interpreti delle esigenze e delle istanze della collettività, sono stati declassati al rango di cavalieri serventi di novelli oligarchi, che in molti casi preferiscono isolarsi in segreterie di Partito e nei salotti del potere, piuttosto che onorare il loro mandato frequentando le piazze ed i quartieri …Quasi tutti i Partiti sono, infatti, caparbiamente “governanti” da senatori e deputati nazionali e regionali in un regime di democrazia formale di cui si ammanta il sostanziale regime oligarchico che al loro interno vige».

Parole pesanti, sentite dalla gente comune (che infatti fugge dai Partiti, magari verso Beppe Grillo), parole vere se dette da uno che mangia “Pane e Partito” dalla nascita. Continua, infatti, De Santis «Il Movimento Democratici Liberi nasce con l'intento di testimoniare … che i valori della democrazia, della libertà e della moderazione …. vengono quasi sempre immolati sull'altare degli accordi di potere che tolgono spazio a quanti hanno voglia di impegnarsi e capacità da mettere a disposizione della collettività».

Tuttavia De Santis non giunge alla fase conseguente alle sue dichiarazioni, ovvero alla scelta di avvio di una fase costituente “popolare”, di “base”, ma chiede, in sintesi solo più spazio … per lui. Lui, infatti, «non vuole essere l'ennesimo vessillo dell'antipolitica populista, bensì uno strumento di elaborazione concettuale e programmatica nonché di diffusione di buone pratiche in ambito politico». Egli «intende concorrere a far nascere una classe politica più matura (non “nuova”, NdR), specialmente in questa Sicilia, icona della degenerazione della politica, dove spesso ciò che è forte rappresenta il giusto, dove spesso l'interesse di pochi mortifica i diritti e le aspirazioni di molti, dove la mediocrità ha spesso il primato sull'eccellenza».

La montagna ha partorito il topolino! Tanto rumore … per qualche poltrona che avrebbe voluto e che non gli è stata concessa da qualche deputato!

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