FATTI, NON PUGNETTE!

Rileggevo, in questi giorni, il libro di Marco Travaglio “La scomparsa dei fatti”. Ovvero “Si prega di abolire le notizie per non disturbare le opinioni”. E non può che andare che a questo libro il mio pensiero quando leggo, ad opera di Luigi Todaro, l'articolo del Giornale di Sicilia di mercoledì 8 agosto, intitolato “Gelo sull'Autorità Portuale. Il ministro vuole scioglierla”. Nell'occhiello “Baroncini protesta: Abbiamo lavorato bene. Solidarietà da Ernandez”. Del motivo (il fatto) per il quale il Ministro dei Trasporti Bianchi voglia chiudere l'Autorità Portuale di Trapani, nessuna indicazione, nell'articolo di Todaro.

Todaro si limita a riportare che «l'ingegnere Baroncini si è immediatamente attivato per comprendere quali motivazioni siano realmente alla base di questa iniziativa».  Opinioni, invece, a go-go. Da quella di Baroncini (nella foto), il presidente dell'Autorità Portuale (per grazia del sen.Antonio D'Alì e del centro destra), che, afferma «mi sembra ormai scontato che vi è una situazione ostile», senza spiegare se nei confronti suoi personali o dell'Ente. Il giornalista ribadisce poi che «Emilio Baroncini che ha sempre rivendicato la correttezza della gestione» e che il Presidente «aveva anche lamentato una esasperata ricerca di individuare qualsiasi occasione per screditare».

Non manca, poi, ancora, l'opinione (a che titolo?) del sindaco di Favignana (per grazia del sen. Antonio D'Alì) Gaspare Hernandez che la mette in politica: «Il Governo nazionale di centrosinistra continua a penalizzare questa parte della Sicilia» (non spiegando quale sia, secondo lui, il motivo di tale eventuale deprecabile azione).

Nessun accenno, da parte di Luigi Todaro, alla Legge (mica un'opinione) 28 gennaio 1994, n.84 . Il Fatto, infatti è che la Legge prevede, all'art. 6, comma 10, che «le Autorità Portuali … sono soppresse … quando, in relazione al mutato andamento dei traffici, vengano meno i requisiti previsti». Quali sono tali requisiti? Ce li spiega, appunto, il comma 8 «nell'ultimo triennio abbiano registrato un volume di traffico di merci non inferiore a tre milioni di tonnellate annue». Trapani ha tale traffico? Pare proprio di no!

Quindi, in sostanza, il Ministro Bianchi, ed il Governo nazionale, non vogliono «penalizzare questa parte della Sicilia» ma applicare la Legge. Peccato che i lettori del Giornale di Sicilia, grazie a Todaro, non lo sapranno. Non è un problema di «correttezza della gestione», né, tanto meno, di «situazione ostile» ma di “numeri”, di traffico insufficiente per giustificare, anche dal punto di vista economico, l'esistenza dell'Ente Autorità Portuale (e di stipendi/gettoni di presenza per Presidente, Segretario, Consiglio d'Amministrazione, Comitato Portuale, Collegio dei Revisori, Consulenti, Esperti ecc. tutti spesati dalla collettività).

Ci sarebbe da domandarsi il perché della scomparsa del “fatto” nell'articolo di Todaro.

Marco Travaglio ne “La scomparsa dei fatti, spiega «C’è chi nasconde i fatti perché non li conosce, è ignorante, impreparato, sciatto e non ha voglia di studiare, di informarsi, di aggiornarsi. C’è chi nasconde i fatti perché ha paura delle querele, delle cause civili, delle richieste di risarcimento miliardarie, che mettono a rischio lo stipendio e attirano i fulmini dell’editore, stufo di pagare gli avvocati per qualche rompicoglioni in redazione. … C’è chi nasconde i fatti anche a se stesso perché ha paura di dover cambiare opinione. C’è chi nasconde i fatti perché così, poi, magari, ci scappa una consulenza col governo o con la Rai o con la regione o con il comune o con la provincia o con la camera di commercio o con l’unione industriali o col sindacato o con la banca dietro l’angolo. C’è chi nasconde i fatti perché è nato servo e, come diceva Victor Hugo, “c’è gente che pagherebbe per vendersi”».

C'è da aggiungere, al fatto, poi, che l'Autorità Portuale, nata per grazia (leggi “interessamento politico”) del sen. Antonio D'Alì, sarebbe nata grazie a “numeri” che potrebbero essere “sbagliati” e che c'è un processo in corso, a carico dell'ex-comandante della Capitaneria di porto di Trapani Ignazio Agate, per aver fornito – secondo l'accusa (Agate si professerebbe innocente) – quei numeri “errati” necessari a far nascere detta Autorità Portuale ( la Legge prevede, infatti, che «può essere disposta l'istituzione, previa verifica dei requisiti» numerici di traffico, mica per semplice desiderio di un senatore qualsiasi). Agate poi, andato in pensione, è stato nominato (per grazia ricevuta da chi?) nell'Autorità nata proprio grazie ai suoi dati (che giro di grazie…), prima come Commissario Aggiunto, poi come Segretario.

A ricordare il fatto, per onor di verità, Vito Manca su “La Sicilia” del 9 agosto, anche se in maniera poco approfondita («mancherebbero alcuni presupposti per il suo mantenimento»). Di fianco, Rino Giacalone, in merito al “caso Agate”, aggiunge che «se il contenuto delle accuse verrà confermato l'istituzione dell'Autorità Portuale non poteva essere compiuta perché fondata su numeri (quelli sul traffico commerciale comunicati dalla Capitaneria al Ministero) non ritenuti veritieri».

Insomma, potrebbe risultare che l'Autorità Portuale, oltre che non poter essere mantenuta non doveva neanche nascere.

Nell'articolo di Manca (per completezza il titolo del suo articolo è: «Autorità Portuale nel mirino. Il Governo vuole scioglierla») viene, infine, senza attribuirla ad alcuno in particolare, un'iniziativa delle sedicenti «colombe del centro-sinistra» che avrebbero «attivato contatti col Ministro Di Pietro» (soggetto che è noto fervente dell'applicazione della Legge) «sulle vicende portuali trapanesi».

Se “sciolta” l'Autorità, i lavori di completamento del porto – la gestione degli appalti, il maneggio del cospicuo danaro – finirebbero nella mani, anziché di amministratori nominati dai politici, in quelle dei militari della Capitaneria di Porto di Trapani.

Leggo (su Studiamo.it ) una recensione sul libro di Travaglio : «… La scomparsa dei fatti costituisce un manuale, un punto di riferimento imprescindibile per i professionisti del giornalismo, almeno per quelli rispettosi del loro pubblico e coerenti con il ruolo sociale che rivestono, ruolo di mediatori fra l'accaduto e la gente che questo accaduto vuole conoscere con esattezza». Sono d'accordo. A Trapani quanti applicano questo "manuale"?

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