FAZIO CONTROLLERA’ I PERMESSI DI SOGGIORNO

ROMA – In un’intervista rilasciata all’Espresso il ministro dell’Interno Roberto Maroni promette che la gestione dei permessi di soggiorno passerà dalle questure ai comuni, per sveltire le procedure di concessione e rinnovo: «Intendo migliorare l’efficienza, passando le competenze dei permessi di soggiorno dalle questure ai sindaci. (Il lavoro) non sarà più concentrato in un ufficio stranieri, ma ci sarà un ufficio analogo in ogni comune. E se i comuni non ce la faranno, potrà intervenire la provincia o un consorzio di comuni».

Questa proposta è ben accolta da chi opera nell’ambito del sociale e dell’immigrazione in particolare, anche in provincia di Trapani, non solo perché contribuisce a snellire il lavoro delle questure che stanno smaltendo, con grande difficoltà, le domande di assunzione dei 170.000 stranieri ammessi in Italia dal decreto flussi dello scorso anno, ma anche perché è un mezzo attraverso il quale si possa creare un lavoro di sinergia a livello provinciale e tra i 24 Comuni (l’approvazione nel marzo scorso del Regolamento per la costituzione della Consulta Provinciale dell’Immigrazione sarà sicuramente di grande supporto).

Certo, il pericolo che ogni ufficio rilasci permessi “clientelari” esiste, ma noi ci auguriamo che sia l’avvio di un maggiore dibattito tra istituzioni provinciali, comunali e associazioni di volontariato (purché sia snellito il lavoro), come anche quello economico per l’avvio di nuovi uffici con personale adeguatamente preparato.

Riteniamo che sia opportuno ricostruire il tessuto umano e sociale del territorio, attraverso un dibattito che si possa sempre più incrementare e mettere al centro l’uomo tout court, senza alcuna discriminazione, come, purtroppo, è stato fatto nei giorni scorsi, adottando soluzioni che sembrano più da terzo mondo che di un paese civile.

Non siamo assolutamente d’accordo con Maroni quando afferma che inserirà la norma nel disegno di legge sulla sicurezza in discussione al Senato, che, tra l’altro, prevede il reato d’immigrazione clandestina. Non si può mai accettare che andare a cercare altrove mezzi di sussistenza possa essere reato per un uomo, ciascun uomo: la terra è stata affidata all’uomo e di lui solo è la signoria. Gli abusi, parte integrante del vivere, siano evidenziati e trattati con interventi adeguati e giustizia indifferenziata.

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