IL PAPA CONTRO RIVERA? ED IO MI SBATTEZZO.

C’eravamo anche noi alla festa del primo maggio, quando un Andrea Rivera comicissimo e davvero in forma lanciava dal palco, sito in piazza San Giovanni a Roma, due innocenti battute satiriche sulla Chiesa! Nessuno tra i giornalisti si sarebbe aspettato una reazione così violenta e immotivata da parte dell’Osservatore Romano, dell’Avvenire e degli organi politici e mediatici vicini al Vaticano. Nessuno. Primo su tutti lui, il giovane Rivera, il quale, non essendo ancora “vaccinato” e “allenato” a bagarre così grandi che sono solite investire tipi già allenati come i vari Grillo, Luttazzi, Benigni, s’è visto spiazzato dall’ondata di polemiche.

E adesso che succederà?”, dichiara poche ore fa Rivera al quotidiano Repubblica, “Mi sembra tutto così assurdo, paradossale: messo in croce per una battuta sul Papa, ma dài. Io che ho fatto anche il chierichetto…”. Non riesce a spiegarsi una reazione così spropositata ed esagerata per due battute tra l’altro già sentite diverse volte e approvate dagli autori dell’evento. Forse non riescono a spiegarselo nemmeno i dirigenti della Rai, di Raitre e di CGIL, CISL e UIL (Epifani, Angeletti e Bonanni) che nella fretta di prostrarsi, scusarsi, battersi il petto, inginocchiarsi di fronte al potente chierico di turno per salvarsi le tremule chiappe e la poltrona non si sono resi conto che la reazione della Chiesa, la quale taccia un comico addirittura di “terrorismo” ma anche di “irresponsabilità” e “cretineria”, è spropositata rispetto alla natura delle battute.

Cosa avrà mai potuto dire Rivera per farli incacchiare così tanto? Siete curiosi? Ebbene, in esclusiva vi scriviamo le due battute fatte sul palco del primo maggio a Roma:

«Il Papa non crede all’Evoluzionismo. Ha ragione, ha ragione il Papa, infatti in duemila anni la Chiesa non si è mai evoluta».

«La Chiesa non ha concesso i funerali a Welby, mentre li ha concessi a Pinochet, Franco e ad uno della Banda della Magliana. D’altronde è normale: sulla croce accanto a Gesù Cristo non c’erano due malati di Sal. C’erano due ladroni ….».

E’ semplice satira, ma a quanto pare (vista la reazione esageratamente inquisitoria del Vaticano e dei suoi organi di stampa) ha toccato il ventre molle della Chiesa. Adesso Rivera rischia di finire nel girone degli epurati in una Rai bigotta e catto-comunista, ma lui ci scherza su: “Ho ricevuto più di tremila e-mail tra insulti, minacce ed evviva. Tutti insieme – afferma Andrea Rivera Un incubo! Bonanni della CISL mi vuole chiedere i danni. Ma i danni per che cosa? Mica ho fatto niente: le battute erano tutte concordate ed io, da cattolico, i concordati li rispetto. Per contro mi ha fatto piacere la telefonata della vedova di Welby e la solidarietà di Dario Fo, Paolo Rossi, Curzi. Il resto vorrei dimenticarlo in fretta”.

Non è la prima volta nell’ultimo anno che il mondo cattolico perde la testa, sbattendo i pugni sul tavolo e gridando “Basta”. E non è neanche la prima volta che metà del mondo politico italiano (di destra, ma aimè anche e soprattutto quello di una pseudo-sinistra, la stessa sinistra sempre in contraddizione che va a fare guerra in Afganistan con in tasca i voti presi con la bandiera della pace) gli va dietro gridando allo scandalo. Era accaduto già con Fiorello e Maurizio Crozza, che per le loro imitazioni “sconvenienti” erano stati minacciati di scomunica.

E allora cosa possiamo fare noi cittadini poco liberi ma comunque lontani da questa visione censoria e pressante di una società che ci vuole buonini, calmi e consenzienti? Semplicemente possiamo cominciare a prendere una posizione attraverso l’abiura. Sì, l’abiura: loro ci minacciano di scomunica? E noi ci scomunichiamo da soli.

La procedura è semplice e ve la spiego qui di seguito. Io l’ho fatta, anche se non credente, come azione puramente simbolica, per dire “IO CON LORO NON HO NIENTE DA SPARTIRE”. Basta presentare un documento in raccomandata con ricevuta di ritorno alla propria curia vescovile di appartenenza e alla parrocchia dove si è stati sottoposti a battesimo. L’abiura avviene tramite richiesta scritta di rettifica e di cancellazione dei dati relativi al proprio battesimo contenuti sul registro dei battezzati, riconoscendo così l'inequivocabile volontà di non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata “Chiesa cattolica apostolica romana”.

Naturalmente la richiesta presenta anche la possibilità, nel caso di mancato o inidoneo riscontro all'istanza, di rivolgersi all’autorità giudiziaria o di presentare ricorso al Garante per la Protezione dei Dati Personali. Provateci se siete stufi, che se gli cala l’audience forse cominciano a rispettare il principio morale della libertà d’espressione, di stampa e di satira e a trattarci finalmente come pari!

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