IL PORTO IN ALTO MARE

dal sito www.ateneonline-aol.it 

In consiglio provinciale si è discusso della situazione dell'ente.

Nei giorni scorsi era stato rinviato a giudizio Ignazio Agate, che ne aveva richiesto l'istituazione. Emilio Baroncini, a capo dell'Autorità, accusa: "Vogliono mettere al mio posto una persona del loro colore politico". Savona (Dl): "Su certe cose non possiamo tacere".

I nuovi conteggi intanto mettono al sicuro l'esistenza dell'ente

Terremoto nel consiglio provinciale trapanese sulle sorti dell’Autorità Portuale.

 

È stata bocciata la proposta di commissariamento dell’ente, proveniente dal centrosinistra, visti i recenti sviluppi che ne hanno messo in discussione la legittimità. Il 15 febbraio scorso infatti, in un’udienza preliminare, il Gip ha accolto l’atto d’accusa del Pm Paola Biondolillo, in cui si richiedeva il rinvio a giudizio per Ignazio Agate, ex-comandante della Capitaneria di Porto, in merito all’istituzione dell’Autorità portuale.

Secondo l’accusa, infatti, Agate avrebbe falsato i dati riguardanti il traffico merci nel porto trapanese, in modo tale che coincidessero con le richieste del ministero delle Infrastrutture per l’istituzione dell’ente.

Secondo la legge, la richiesta può avvenire solo se per tre anni consecutivi il volume di merci in transito supera i tre milioni di tonnellate. Nel processo in corso ai danni dell’ex-comandante della Capitaneria, nessuno si è costituito parte civile nonostante la Procura avesse individuato come parti offese il ministero delle Infastrutture e la presidenza della Repubblica (Ciampi e Lunardi, firmatari del decreto).

 

Secondo quanto dice l’attuale presidente dell’ente, Emilio Baroncini, i dati più recenti coincidono con i parametri indicati dal ministero. Nel triennio 2003-2005, si parla infatti di più di 2.500.000 tonnellate nel 2003 e 3.300.00 due anni dopo, mettendo al sicuro l’istituzione nel caso dovessero essere messi in dubbio gli ultimi dati.

Proseguono comunque i riconteggi, basati su resoconti di natura fiscale e quindi dalle procedure più lunghe, mentre i dati utilizzati da Agate nella richiesta risalente a quattro anni fa sono basati su rilevazioni della Capitaneria e sono di natura statisca, quindi imprecisi.

Intanto, alla provincia l’amministrazione D’Alì risponde alla proposta di commissariamento rilanciando una nuova idea, quella di un’"Autorità di sistema", chiamando in causa il governo della Regione. Il nuovo ente comprenderebbe anche i porti di Mazara del Vallo, Marsala, Castellammare del Golfo e le Egadi, rilanciando e coordinando, nelle speranze della maggioranza, l’intero sistema portuale della provincia, facendo riferimento anche agli approdi più piccoli. Ipotesi non condivisa dal centrosinistra, che "rimprovera come nel comitato dell'Autorità ci siano personaggi allo stesso tempo inquisiti e gestori dell'ente". Baroncini accusa il consigliere della Margherita Pietro Savona di proporre il "commissariamento come formula per mettere a capo dell’Autorità una persona dello stesso colore politico dell’attuale ministro e anche di Savona". Quest’ultimo risponde che "prima di dire queste cose Baroncini dovrebbe riflettere visto che anche il suo ruolo è di natura politica, ammesso e non concesso che le nostre intenzioni siano veramente quelle di cui ci accusa".

Savona precisa che la proposta di commissariamento "è contenuta in un documento sottoscritto da tutti i deputati nazionali e regionali oltre che dai consiglieri provinciali" e che "non si tratta di mettere in discussione le capacità di Baroncini, ma su certe cose evidenti, come opposizione, non si può tacere". Savona fa riferimento al problema di smaltimento di fanghi inquinanti a ridosso dell’America’s Cup: "Se ad esempio l’Autorità avesse seguito una linea normativa corretta sull’impatto ambientale non ci troveremmo in questa situazione". Baroncini nel frattempo ricorda che "una soppressione dell’ente come auspicato da alcuni porterebbe danni per tutti, perché subentrerebbe di nuovo la gestione militare dell'Autorità portuale, che ha politiche diverse".

 

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