LA REGIONE COMMISSARIA TRAPANI E ERICE

Raffaele Lombardo

Raffaele Lombardo

PALERMO – La Regione potrebbe, a breve, commissariare i Comuni di Trapani ed Erice, per non aver elaborato e presentato il “Piano Spiagge”. Lo si apprende da una dichiarazione – riportata dal Giornale di Sicilia del 17 luglio – del Direttore del Demanio Marittimo regionale, Roberto Scalia. Il costo della retribuzione del Commissario regionale “ad acta” si abbatterà sulle tasche dei cittadini a causa dell’inefficienza delle amministrazioni guidate dai sindaci Fazio (Trapani) e Tranchida (Erice).

A tale costo diretto s’aggiunge quello indiretto per i servizi che i Comuni, in assenza del Piano, non sanno o possono dare.

La legge regionale siciliana n. 15 del 29 novembre 2005 all’art. 4 parla chiaro: “Le attività e le opere consentite sul demanio marittimo … possono essere esercitate e autorizzate solo in conformità alle previsioni di appositi piani di utilizzo delle aree demaniali marittime, approvati dall’Assessorato regionale del territorio e dell’ambiente su proposta dei comuni costieri.

La norma prevede che siano i Comuni a indicare le aree demaniali (le aree delle spiagge) ove si possano realizzare, tra l’altro, “stabilimenti balneari; esercizi di ristorazione e somministrazione di bevande; rimessaggio o noleggio di imbarcazioni e natanti in genere; porti turistici e ricoveri per le imbarcazioni e natanti da diporto”.

E’ di tutta evidenza che si tratta di strutture importanti per l’economia del territorio o le esigenze dei cittadini (vedi ricovero barche a Pizzolungo), ma strutture che hanno bisogno di una programmazione. Parola, quest’ultima, che pare lontana dalle “nostre” amministrazioni.

Il Comune di San Vito Lo Capo, invece, non solo si è messo in regola con la legge – dichiara sempre Roberto Scalia – ma ha fatto del suo Piano un esempio da seguire. E’ la dimostrazione di un’ottima programmazione e di eccellenza”.

I piani, tra l’altro, prevedono la realizzazione di fosse settiche per gli stabilimenti e l’obbligo, a cura degli stessi, di pulizia della porzione di spiaggia corrispondente alla concessione, e delle adiacenze, PER TUTTO L’ANNO (anche quando sono “smontati”). Insomma il caso Mazara con la gente – e i titolari degli stabilimenti – che si lamenta delle alghe sulla spiaggia non si potrebbe ripetere.

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