LA RISERVA UNA RISORSA ECONOMICA

La presenza della Riserva come volano per convogliare a Trapani, parte del flusso turistico che attraversa la nostra provincia. Oggi Trapani è solo luogo di turismo di transito, un tipo di turismo, cioè, che non gode delle bellezze e delle attrattive della città ma la usa per ciò che si trova nelle sue immediate adiacenze. Un turismo che, insomma, lascia poche risorse ai trapanesi.

Lo stesso parcheggio a pagamento di piazzale Ilio, è la testimonianza di come da noi il turista sia solo un soggetto di passaggio, principalmente interessato a mete come le Egadi e di come l’amministrazione la pensi alla stessa maniera.

Ciò però accade non perché nulla vi sia a Trapani tale da giustificare un turismo stanziale ma, al contrario, perché poco o nulla si investe su ciò che esiste nel territorio.

Lo sviluppo non deve essere visto solo come cemento, piloni in calcestruzzo o industrie ma può avvenire anche attraverso la valorizzazione di un ambiente umido unico in Europa come quello delle Saline, che non deve solo ed esclusivamente essere ad uso e consumo di studiosi e naturalisti, ma anche del turista comune.

Dal punto di vista economico le Riserve in genere rappresentano delle risorse di non poco conto, considerando tutto ciò che attorno ad esse può ruotare; parliamo di alberghi, ristoranti, musei, e servizi variamente e direttamente connessi.

La Riserva Orientata delle Saline di Trapani e Paceco è una di queste realtà. Allo stato attuale rappresenta una risorsa economica dalle potenzialità in crescita.

Il regime vincolistico della Riserva è garanzia di salvaguardia della salicoltura e della pescicoltura (orate, spigole) ove, oggi, sono impegnati circa 140 lavoratori (una sessantina stabilmente, ed ulteriori ottanta stagionalmente o saltuariamente). Se consideriamo il trend del mercato, dal quale giungono segnali positivi, specie per quel che riguarda la qualità del prodotto, è prevedibile un incremento del numero degli occupati. In riserva, o nei pressi, avviene anche la coltura dell’aglio rosso di Nubia e del melone giallo.

Nelle attività più strettamente turistiche e culturali invece il Museo del Sale conta circa 30.000 visitatori all’anno rappresentando esso stesso un’altra fonte di lavoro.

Le visite guidate alla Riserva – alla cui Gestione concorrono cinque lavoratori – coinvolgono circa 7.000 visitatori all’anno, considerando la crescita della domanda di turismo naturalistico è prevedibile un incremento del numero degli occupati in questo settore.

Le stesse visite guidate che, oltre che a piedi, potrebbero essere effettuate lungo i canali navigabili magari utilizzando come mezzi di trasporto gli “schifazzi”, antiche imbarcazioni una volta diffusissime nella provincia trapanese.

Di un incremento del turismo beneficerebbe anche il settore delle strutture ricettive, già esistente ed in espansione. Dentro o appena fuori dalla Riserva esistono già un nuovo bed & breakfast a Nubia, con circa 40 posti letto; una struttura ricettiva nei pressi il Museo del Sale (Baglio Platamone), di prossima apertura, ed un motel lungo la provinciale 21 al bivio di Nubia anch’esso di prossima apertura. Tutte queste strutture (e altri bed & breakfast che sono in fase di avvio) si basano e contano sulla presenza della Riserva ed un suo potenziamento può sicuramente rappresentare un’ulteriore spinta alla crescita ed al potenziamento di queste strutture.

In più, dentro la Riserva sono presenti altre strutture turistiche (Trattoria del Museo del Sale, Pizzeria-Ristorante La Torre, o il Ristorante La Piazzetta appena fuori); vari posti di lavoro, gestiti a livello familiare, che possono aumentare ed assumere anche una connotazione più importante.

Forse sarebbe opportuno guardarsi attorno con maggiore attenzione cercando di valorizzare e non distruggere quello che abbiamo e che rappresenta, realmente, oltre che una risorsa ambientale anche una risorsa economica.

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