Marascia: Libertà ed Eguaglianza, princìpi oggi mortificati

Marascia Conferenza "Liberi ed Uguali" - Foto: Antonella Messina

L’avv. Giuseppe Marascia (a sinistra)

Trapani, 8 febbraio 2015 – «La “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” fa dei documenti di base delle Nazioni Unite insieme al suo Statuto» – spiega l’avv. Giuseppe Marascia, membro emerito del think tank “A Misura d’Uomo” – nella sua lunga relazione durante i lavori della Conferenza-dibattito “Da Trapani per i Diritti”, svoltasi ieri presso la Biblioteca Fardelliana davanti a 50-60 trapanesi ancora affezionati al “tema”.

Scena della firma della Costituzione degli Stati Uniti, dipinto di Howard Chandler Christy.

Scena della firma della Costituzione degli Stati Uniti, dipinto di Howard Chandler Christy.

Ma, ha spiegato ancora Marascia, «la Dichiarazione è il frutto di una elaborazione umana centenaria, che parte dai principi classico-europei affermati nel “Bill of Right” (1689), nella “Dichiarazione d’Indipendenza statunitense (4 luglio 1776), ma soprattutto nella “Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino” stesa nel 1789 durante la Rivoluzione Francese».

«Il preambolo affermaha proseguito il relatore nel proprio intervento riferendosi alla “Dichiarazione Universale” del 1948 oggetto della Conferenzala necessità di individuare i diritti umani per contrastare gli “atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità” con chiaro riferimento a quanto successo nella seconda guerra mondiale (campi di sterminio, ecc). Il rispetto di tali diritti, nel preambolo, è considerato come l’unica via per un futuro di pace e libertà».

L'avv. Giuseppe Marascia

L’avv. Giuseppe Marascia

L’analisi dell’avv. Giuseppe Marascia, però, non si è fermata ad una mera “lezioncina”, ma ha prospettato una sorta di “truffa” perpetrata dai Padri Fondatori americani, e comunque, dai successivi propugnatori dei Valori di “Libertà ed Eguaglianza”.

Per Marascia è possibile, infatti, che «la preoccupazione maggiore dei 5 (Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America, NdR) e del gruppo che rappresentavano era di liberare le ricchezze e le posizioni egemoniche raggiunte nella politica e nell’economia da quella condizione di precarietà determinata dalla loro sottomissione al potere assoluto del sovrano».

Insomma, per il relatore, «bisognava convincere la plebaglia ignorante» di abbattere le monarchie assolutistiche e sostituirle con la democrazia, un sistema, tramite la corruzione e la propaganda, maggiormente controllabile dall’elite economica.

«E qui sono stati utili i principi di eguaglianza e di libertà», conclude l’avv. Giuseppe Marascia.

Una lettura “sconvolgente” la sua, certamente, e probabilmente non lontana dalla verità.

Una lettura che trova conferma dall’ammettere, che, in tutti questi secoli trascorsi dalla “Dichiarazione d’Indipendenza americana” (dal 1776, quindi), la nuova regola non «ha reso i rapporti umani più giusti e gli uomini più felici», perché «libertà ed eguaglianza sono rimaste che mere affermazioni di principio mortificate nella esistenza reale».

Ma, per questo, non sono principi – quelli in sostanza dell’amore verso il prossimo – per i quali non valga la pena di spendere la propria vita come ha già fatto e «già raccontato qualcun altro e nessun gli ha creduto», ha chiuso Peppe Marascia la sua relazione.

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