Ecco il mio Curriculum da blogger libero: 14 querele!

Gabriele Carchidi e Michele Santagata, credo siano per me irragiungibili. Sono due “icone” del web. Titolari del sito web cosentino Iacchite’, hanno accumulato un numero di denunce da guinness dei primati: 68 querele.

Io, più modestamente, sono fermo, per ora almeno, a 14. Tredici procedimenti penali ed uno civile, per la precisione. Nel mio caso, già 11 le vittorie in Tribunale, in un caso ho perso in primo grado ed attendo l’anno venturo il giudizio della Carte d’Appello di Palermo, 2 procedimenti sono tutt’ora in corso.

La Censura sui blogger liberi: Il caso di Iacchitè

«Ogni mattina – riporta il quotidiano “il Manifesto” – nel garage in cui lavorano si assiste a un viavai di carabinieri e poliziotti che notificano atti giudiziari. In primo grado, qualche condanna è già arrivata. Numeri da brividi: in totale Carchidi e Santagata sono stati querelati 68 volte. Nel dettaglio, 17 da imprenditori, 6 dagli avvocati, 14 dai politici (sottosegretari e consiglieri regionali e anche il fondatore di Forza Nuova, Roberto Fiore), 7 tra poliziotti e carabinieri, 15 da magistrati, 5 sono dirigenti pubblici e 4 editori e giornalisti».

«Da due anni è anche il nome di un quotidiano on line che ha costretto la polizia giudiziaria cosentina ad aprire un ufficio ad hoc per la notifica di querele e procedimenti. I politici hanno arruolato eserciti di avvocati e di hacker per fermare il sito».

«Iacchite’ in cosentino è un’espressione di stupore dinanzi a una notizia».

Non fanno, invece, notizia, le querele che, continuamente, soprattutto i politici al potere, distribuiscono a chiunque si permetta di criticare le loro decisioni o denunciare le loro malefatte.

Le querele temerarie ingolfano la Giustizia

Eppure la Giustizia, i Tribunali, le Procure, gli Uffici delle Forze dell’Ordine, sono ingolfati di querele per diffamazione, girano a vuoto; questa mole inutile di lavoro impedisce alla Giustizia d’impegnarsi nel contrasto alla vera criminalità.

«Nel biennio 2014-2015 – spiega “Ossigeno” un osservatorio sulla libertà di stampa – soltanto l’8 % dei procedimenti penali definiti ha concluso l’iter con la condanna dell’imputato mentre per l’87 % dei casi i giudici hanno prosciolto il giornalista imputato. Dunque, ogni anno vengono definite una montagna di querele (5.902) e questa montagna produce un topolino: 475 condanne, delle quali 320 al pagamento di multe e 155 a pene detentive».

«Il fatto che soltanto una percentuale esigua di denunce sia convalidata da una sentenza significa che molte querele contengono accuse infondate, esagerate. Significa che tante accuse sono pretestuose, formulate strumentalmente, presentate per ragioni che non hanno niente a che fare con la tutela della reputazione. Sono querele «temerarie» e, dunque, veri e propri abusi del diritto».

«Siamo difronte, in sostanza, spesso, a vere e proprie intimidazioni e censure, di cronisti, editori, opinionisti, operatori dell’informazione, che si tenta di indurre a tacere certe notizie per paura o timore di rappresaglie fisiche o giudiziarie».

Esistono proposte di Legge per arginare il fenomeno dei ricatti agli opinionisti, contro le querele “temerarie”. Il Parlamento, però, non riesce ad approvarla.

Ecco il mio Curriculum da blogger libero: 14 querele!

Ecco, di seguito, l’elenco di chi, nei miei anni d’attività mi ha querelato, gli articoli oggetto della “pretesa” e l’esito dei procedimenti. Un quadro desolante che dovrebbe aprire gli occhi al lettore.

Procedimenti Penali:

Procedimenti Civili: