NESSUNO TOCCHI IL CAPANNONE

Arch. Vito Mancuso - ass. Ar'RaisUn triste destino aspetta l'ex capannone della S.A.U.

con un'ordinanza il sindaco lo vuole abbattere e farci un parcheggio in attesa di decidere il da farsi.

L'associazione Ar'rais (nella foto l'arch. Vito Mancuso, uno dei soci) chiede di fermarsi e riflettere prima di radere al suolo ciò che rappresenta un esempio di archeologia industrale della fine dell'ottocento. 

il capannone ex S.A.U.

L’associazione Ar’rais esprime il proprio disappunto circa la decisione che il sindaco Fazio ha assunto con Ordinanza sindacale n. 193/P.I. del 24.08.2006 con la quale intende affidare a trattativa privata i lavori per la demolizione dei capannoni industriali delle ex autorimesse S.A.U. di Via degli Stabilimenti già sede, ai primi del Novecento, dell’Anonima Società Tramway.

L’opera, oggi proprietà del Comune di Trapani., è realizzata con struttura muraria portante in pietra locale, è ricca di elementi architettonici tipici dell’architettura industriale di fine Ottocento e presenta pregevoli capriate lignee decorate.

L’associazione “ha segnalato ripetutamente l’interesse storico del manufatto archeologico industriale, tra gli ultimi superstiti della cultura materiale cittadina di inizio secolo scorso”.

Non solo, lo stesso sindaco, a detta dell’associazione, attraverso un sua nota, ha risposto ad una interrogazione di un consigliere comunale (la n. 141), dicendo che nel progetto di rielaborazione del P.R.G., per il quale è già stato nominato il Commissario ad Acta, “l’immobile è stato individuato anzitutto come” manufatto di interesse storico architettonico”, con la destinazione, compresa l’area di pertinenza, di attrezzatura di interesse comune, inserita fra le attrezzature amministrative e di pubblici servizi (casa comunale, delegazione, uffici periferici dell’amministrazione).

Dunque, piuttosto che radere al suolo l’immobile, sarebbe più utile secondo l’associazione riqualificare l’immobile con destinazione culturale e sociale (anche un centro sociale polivalente, per esempio), così come avviene da decenni nei piccoli e grandi centri urbani d’Italia e d’Europa.

L’invito che si fa al sindaco è quello di ripensarci ed eventualmente contattare l’associazione per un incontro che possa essere di stimolo e “consiglio sul da farsi” circa i destino dell’ex deposito.

Magari con l’occasione si potrebbe inaugurare un percorso di compartecipazione nelle decisioni, come questa, che coinvolgono la cosa pubblica evitando il decisionismo solitario, che siamo sicuri, non appartiene al nostro primo cittadino.

La stessa associazione tende poi a sottolineare due aspetti:

– il primo riguarda il valore di mercato dei 2.200 Mq che è stimabile nell’ordine dei 2.000.000 di Euro (due milioni) con delle potenzialità progettuali per i circa 9000 metri cubi esistenti;

 

La stessa associazione tende poi a sottolineare due aspetti:

– il primo riguarda il valore di mercato dei 2.200 Mq che è stimabile nell’ordine dei 2.000.000 di Euro (due milioni) con delle potenzialità progettuali per i circa 9000 metri cubi esistenti;

– e il secondo riguarda la decisione in controtendenza rispetto alla pianificazione urbana contemporanea che è volta nello scoraggiare la mobilità privata per incentivare la mobilità pubblica (ironia della sorte la destinazione originaria dei capannoni storici).

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