OMBRA SI PROCLAMA INNOCENTE

Salvatore OMBRA

Salvatore OMBRA

TRAPANI – “Non ho tempo per fare il parafulmine a diatribe di partito, e non consento a nessuno di denigrare il lavoro svolto”, con questa frase, che ad una prima e superficiale lettura può suonare come arrogante, apriva la “relazione” di Salvatore Ombra, presidente dell’Airgest, la società a capitale pubblico che gestisce l’aeroporto di Birgi, presentata al Consiglio provinciale lo scorso 19 settembre. Ma ad una persona come Ombra che accetta di confrontarsi con i “semplici” utenti non può, sinceramente, non riconoscersi l’umiltà.

E’ certo, tuttavia, che, nella sua relazione, nelle sue precedenti dichiarazioni, nel suo operato, delle “contraddizioni”, si trovano.

Ed allora perché questa affermazione tanto dura? Forse la volontà di tracciare un netto “solco” tra la propria gestione (figlia di un incarico “fiduciario” del senatore D’Alì) e quelle che avevano come riferimento l’ex-presidente della provincia Giulia Adamo. Gestioni, queste ultime, che Salvatore Ombra “attacca” pesantemente.

In passato – sostiene Ombra nella “relazione” – c’è stato chi ha creduto di “considerare l’aeroporto solo un postificio” ovvero una “riserva di caccia (alla poltrona)”. “Mi preme infatti sottolineare che ben altra cosa è la gestione manageriale di una struttura aeroportuale rispetto la politica “cerca voti” e “ricambia favori” a cui l’on Adamo ha dato l’imprinting”, aveva già dichiarato a Marsala.it il 3 settembre scorso!

Giulia Adamo

Giulia Adamo

Il richiamo al “postificio” (oggi Airgest ha 70 dipendenti, forse troppi) ci sollecita. L’accusa a chi l’ha preceduto (e, soprattutto, al politico che l’ha sponsorizzato) è forte: “Nell’aprile 2004 (era il presidente della provincia l’Adamo, NdR) è stato sottoscritto un contratto per la gestione dei servizi handling e pulizia presso lo scalo con la costituenda cooperativa Gest.L.Air – scrive Ombra nella propria relazione – ciò ha portato ad una dubbia (eufemismo, NdR) selezione del personale e ad una serie di contenziosi di lavoro”.

Più “preciso” nelle accuse era stato l’attuale presidente dell’Airgest in un’intervista a Marsala.it il 29 ottobre 2007: “Prevalevano logiche politiche, clientelari, e non di efficienza e gestione. Un esempio è la situazione che si è verificata a ridosso della campagna elettorale del 2003. Fu creata una cooperativa, la “Gestilair”, alla quale vennero affidati tutti i servizi di terra dell’aeroporto. Furono assunte un sacco di persone con dei contratti così grossolani – nonostante i fior di consulenti pagati dall’Airgest, e i gli avvocati presenti nella direzione della struttura – che fu facile per loro fare causa all’Airgest per chiedere l’assunzione a tempo indeterminato. Grazie a queste scelte e a questi contratti ci sono ancora in corso delle vertenze, che abbiamo risolto con la consulenza del Dott. Sardoni, secondo un piano di assorbimento che riguarda circa 30 persone. L’Airgest si trova così ad avere 58 dipendenti. La Gestilair è in liquidazione”.

Ora l’Airgest “paga” quella condotta “scriteriata” che ha comportato l’assunzione di personale in esubero rispetto alle necessità e possibilità economiche dell’ente e soprattutto con qualifiche e mansioni (e criteri di “selezione”) non consoni ad un management “imprenditoriale”. Qui, però, noi individuiamo una prima contraddizione. Se le cose stanno come dice il dott. Ombra perché non andare oltre la “denuncia” politica ed avviare una procedura legale contro chi (amministratori, legali e consulenti del tempo) si è reso colpevole, o comunque corresponsabile, di una cattiva – colposa o dolosa non lo sappiamo – amministrazione? Perché far ricadere i danni (le transazioni e le assunzioni con i soci-lavoratori della Gestilair) sulla collettività piuttosto che sulle “tasche” degli ex-amministratori? Così facendo non diventa “complice” di chi lui accusa?

Ombra si “difende” sostenendo che lui, in tal senso, non ha avuto “input” dalla parte politica (i soci), che un’azione legale doveva essere attivata dal suo predecessore Galia e che lui si “limita” a tenere fede agli accordi siglati dall’ex-presidente Galia coi sindacati e che, comunque, un tale procedura non sarebbe foriera di risultati concreti, ma solo di ulteriori costi. Sinceramente una spiegazione che non ci convince. A volte già solo il “gesto” dell’avvio dell’azione risarcitoria ha un suo valore.

Come non ci convince la sua presa di “distanza” dal flop dell’Airbee. Che segue quello della Club Air. Oggi Ombra – in merito ai recenti “disservizi” dell’Airbee ed alla “fuga” della stessa compagnia dall’aeroporto Birgi – giunge pure ad affermarecosì come non è stato merito dell’Airgest il buon funzionamento di Ryanair, in egual misura non sono a noi imputabili i disservizi dell’Airbee”.

Come è lontano quel 29 maggio 2008 nel quale, vedi Marsala.it, Ombra si autoincensava per “il gran lavoro fatto, ma siamo riusciti a mantenere i voli per mezzo del nuovo accordo che abbiamo siglato con l’Air Bee” e il senatore Antonio D’Alì commentava con un “L’arrivo di AirBee, giovane compagnia aerea bresciana, è un segnale estremamente positivo che dimostra da un lato dell’appeal dello scalo di Birgi, dall’altro la capacità operativa del management di Airgest – cui vanno i miei complimenti – e l’acquisita credibilità della società aeroportuale trapanese”.

Ora, invece, conviene … volare basso.Solo l’Enac ha avviato le consultazioni per la procedura di subentro” di AirOne con AirBee, precisa Salvatore Ombra.

Noi crediamo che – pur convinti che il presidente dell’Airgest ha operato nell’interesse della collettività – un “mea culpa” (anche parziale) Salvatore Ombra, onestamente, in proposito, avrebbe dovuto recitarlo. Se è vero che, al momento della scelta di AirBee, non risultavano – ci dice – alternative disponibili a coprire la “fuga” di AirOne e “salvare” la Trapani-Roma nel periodo estivo, è vero anche che la “soluzione”, alla quale anche lui ha concorso, s’è dimostrata inaffidabile e dannosa per l’immagine anche di Birgi.

La relazione si conclude tra elencazioni di propri meriti (innegabili, il recupero crediti, soprattutto ma anche la politica delle entrate no-aviation quali quelle dei parcheggi a pagamento) e altrui demeriti (i precedessori non hanno svolto alcun “controllo sullo smaltimento dei rifiuti, per cui a tre mesi dal mio insediamento sono stato destinatario di un avviso di garanzia”, né hanno provveduto a predisporre un “organigramma volto a definire mansioni e responsabilità” del personale, hanno svolto uno “sperpero di energie (soldi, NdR) in investimenti non proritari”).

Insomma delle tante richieste – da qualche parte interessata – “dimissioni” neanche a parlarne, ma “entusiasmo e determinazione” per portare Birgi ad essere “un volano per l’economia del territorio”, almeno fino al prossimo giugno 2009, quando il suo mandato arriverà alla naturale scadenza e lui, senatore D’Alì “permettendo”, potrebbe tornare ad occuparsi solo dell’azienda di famiglia.

Una possibilità, secondo noi, che, tutto sommato, vanificherebbe stupidamente un bagaglio d’esperienze e conoscenze, comunque oramai, da Ombra, acquisite.

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