SE VOGLIAMO CHE TUTTO RIMANGA COM’E’, BISOGNA CHE TUTTO CAMBI!

Giacomo Tranchida

Giacomo Tranchida

ERICE (TRAPANI) – E’ durato solo 24 ore il mistero della pubblicità di «Google Ad-sense» che campeggiava sul sito del Comune di Erice. Ci chiedevamo chi incassasse i proventi di questa pubblicità e se, all’interno del Comune ci fosse qualcuno che lucrasse un «illecito arricchimento» doloso da parte di qualcuno alle spalle dell’Amministrazione del ragionier Tranchida. Dopo indagini, abbiamo individuato il «colpevole» e ve lo sveliamo, lettori di altratrapani.it

Ovviamente, a grande linee, dobbiamo spiegare un po il caso. Perchè è molto tecnico. Ma lo «sforzo» vale la pena. Ve l’assicuriamo.

Abbiamo sentito Gianluca Sciacchitano, titolare e curatore del sito aeroportotrapani.com.
Ci spiega che «Google Ad-sense, in parole povere, è un servizio di Google che permette ai webmaster di offrire uno spazio sul proprio sito dove inserire un codice di Google che visualizza pubblicità. Ogni volta che qualche utente clicca sulle pubbicità in quel sito Google corrispende una piccola cifra all’account (non al sito). Significa che io, titolare di un account Ad-sense, posso inserire i miei codici Google su siti anche non miei e ricevere lo stesso i pagamenti».

Noi, rilevata questa pubblicità sul sito istituzionale del Comune di Erice, stranissima per un sito Istituzionale, siamo andati a vedere il «codice» del sito web di cui è webmaster il signor Filippo Messina, che a tempo piano è un commercialista di Trapani, ma a quanto pare nei ritagli di tempo si diletta a fare il webmaster (non ci risultano però altri siti curati dal signore oltre che quello del Comune di Erice). Esaminando tale «codice» abbiamo rilevato che esso conteneva la «chiave» pub-1557910530651601. Questa è una sorta di numero di «targa», che conduce le entrate derivanti dalla pubblicità che compare sul sito del Comune di Erice direttamente sul conto corrente bancario del titolare, sul sito di Google Ad-sense, di tale «chiave».

Siamo giunti, tramite degli appositi programmi di hacking reperibili in rete, ad individuare il titolare di tale «chiave»: si tratta del signor G.F. (ha chiesto l’anonimato, per una vicenda che sostiene l’ha lasciato "basito") di Bologna. Lo abbiamo, quindi, raggiunto ed intervistato.

Come crede possa essere finito il codice «pub» che fa riferimento al suo «account» sul sito del Comune di Erice?
«Nel 2007 … creai un modulo, una piccola parte di software, che si integrava con il CMS Joomla, rilasciato sotto licenza GPL, e quindi con totale diritto per l’utilizzatore di usarlo gratuitamente e di modificarlo a proprio piacimento. Il modulo consentiva di integrare, in un sito gestito con Joomla, il motore di ricerca interno del sito con le ricerche di Google ed il programma Google Ad-sense. In questo modo l’utilizzatore poteva inserire automaticamente nel proprio sito il codice necessario ad utilizzare il programma di sponsorizzazione di Google Ad-sense che "paga" per le ricerche effettuate dal proprio sito. Il modulo è dotato di un’interfaccia di configurazione, ben chiara e visibile che consente di inserire il proprio codice Ad-sense e i vari parametri richiesti, che Google rilascia ai propri inserzionisti. La cosa era chiaramente spiegata nelle istruzioni per l’installazione e comunque è chiaramente visibile nel pannello di configurazione del modulo. Nel file di distribuzione del modulo, pubblicato su un repository di software gratis per Joomla inserii maldestramente come impostazione predefinita i miei codici Ad-sense».

Il sig. Filippo Messina, webmaster del sito istituzionale del Comune di Erice, nonostante fosse pagato 40.000 euro dall’Amministrazione, avendo interesse ad inserire quel modulo di ricerca sul sito da lui «curato», dopo averlo individuato tramite una ricerca sui siti («repository») che offrono tali software gratuiti, copiò tale e quale il «codice» elaborato da G.F. sul sito del Comune senza minimamente pensare, o essere in grado forse, di controllare il codice o leggere le relative istruzioni di configurazione.

Conseguenza è che, da anni, da quando il Messina ha «implementato il codice» in maniera molto superficiale e poco professionale sul sito del Comune, la società Google riconosce al sig. G.F. una somma periodica per la pubblicità che viene visualizzata sul sito del Comune di Erice.

G.F. però si tira fuori da ogni ipotesi di «illecito arricchimento». Spiega l’ex-webmaster di Bologna che, resosi conto del «flusso» di crediti da Google sproporzionati rispetto al passato ed al sito dove lo stesso aveva inserito la chiave «pub»: «Da quel momento non ho più incassato alcun importo da Google perchè ho sospeso qualunque forma di pagamento automatica. Al momento il "credito maturato" sull’account Google, ammonta a 405,50 euro. L’unica cosa che io possa fare sia di chiudere definitivamente l’account Ad-Sense che, peraltro, non gestivo da tempo, evitando di incassare anche solo un centesimo». Ecco l’estratto conto di Google Ad-Sense che il sig. G.F. ci ha fornito …

Crediamo alla buona fede di G.F., inventore del software «com_googlesearch» inopinatamente copiato dal sig. Filippo Messina. Ma che il sig. Messina sia aduso a frequentare siti vari per chiedere com svolgere il proprio lavoro lo si rileva anche dal Forum di Joomla.it Qui, infatti Messina – in «arte» Paippo – chiede ad Andrea come «sistemare del codice» del Comune di Erice …


Si legge sulla pagina «credits» del Comune di Erice:
«la creazione, la manutenzione, la stabilità delle pagine e l’aspetto grafico del sito, sono gestiti dal Dr. Filippo Messina».


In sostanza, a quel che appare da una sia pure superficiale prima impressione, il sig. Filippo Messina, riceve, dall’Amministrazione del Comune di Erice – quindi da noi cittadini – 40.000 euro
(divisi in cinque annualità da 8.000 l’una) per aver installato, sul server affittato dal Comune allo scopo, un CMS ovvero un «Sistema di amministrazione di contenuti» denominato Joomla, che è gratuito, poichè reperibile sotto licenza GPL in rete; per aver installato un «templete» (interfaccia, diciamo la grafica) che si chiama «Namibia» e che è gratuita; per aver installato un «plug-in» (modulo aggiuntivo) gratuito denominato «doc-man» per gestire l’inserimento e scaricamento dei documenti (delibere); per aver scopiazzato «codice» dal sig. G.F.

Non ci sembra un «investimento», quello di Tranchida su Messina (40.000 euro), proporzionale a quello fatto da Messina per il Comune di Erice (zero spese, ovvero limitarsi a copiare software gratuito). Non ci sembra che l’Amministrazione Tranchida, in questo caso, sia stata un «buon padre di famiglia» nello spendere (strapagando) il denaro pubblico.

Vogliamo chiudere con delle considerazioni. Purtroppo certe cose non cambiano. Anche Amministratori pubblici, quali lo stesso Tranchida, che si battono pubblicamente per concetti quali «legalità, trasparenza, lotta al clientelismo», cadono nello stesso errore dei propri predecessori.

Si chiama «riconoscenza». La chiamano loro «riconoscenza». Ma questa è giusta «pagarla» coi soldi propri, non con quelli del Comune. Perchè poi la gente non crede piu alla politica, alla possibilità di un cambiamento: «tanto sono tutti uguali», si dice.

Allora se il sig. Filippo Messina è creditore di una collaborazione alla campagna elettorale dell’allora candidato sindaco di Erice Giacomo Tranchida
avendo curato «gli aspetti relativi alla campagna di autofinanziamento» del Movimento di Tranchida (FONTE: Radio Liberty), del quale Movimento era «componente l’ufficio di presidenza» (FONTE: Altratrapani) il sig. Tranchida avrebbe fatto bene di saldarlo coi soldi propri, per non lasciare adito alle valutazioni – assegnandogli l’incarico, invece, di webmaster del sito del Comune – come quelle che Tomasi di Lampedusa fa pronunciare a Tancredi nel Gattopardo «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!».

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