Un piccolo Comune al collasso: il sindaco di Pachino sciopera

Palermo, 26 maggio 2015 – Mentre a Trapani si discute di spaccare il Comune e creare un nuovo Ente territoriale con due sindaci, due giunte, due consigli comunali, l’Anci Sicilia, l’associazione dei comuni siciliani, in un comunicato stampa appena diffuso denuncia come «l’emergenza finanziaria dei Comuni si sta aggravando ogni giorno di più e molte amministrazioni, per mancanza di liquidità, non sono nelle condizioni di pagare gli stipendi ai dipendenti e di assicurare i servizi essenziali ai cittadini».

«I Comuni siciliani – spiega l’Anci Siciliarischiano il collasso a causa del mancato trasferimento sia delle risorse regionali sia delle risorse nazionali a valere sul fondo di solidarietà, in entrambi i casi relative al 2014 (pur essendo a maggio 2015)».

In merito, assurge alla cronaca il caso di Pachino, comune di 22.000 abitanti in provincia di Siracusa, dove il sindaco Roberto Bruno (PD) si è visto costretto ad inscenare sei giorni di sciopero della fame per «attirare l’attenzione della Regione e dello Stato sulle gravi condizioni delle casse del proprio Comune».

Il sito Resapubblica ricorda come Pachino abbia, anche, «195 unità di personale (!) tra dipendenti e precari stabilizzati e un’evasione del 60% … Ha una situazione debitoria pari a 27 milioni per due mutui contratti per pagare i debiti pregressi, con una rata mensile di 600.000 euro. A questi deve aggiungersi il buco di bilancio generato dalla gestione del servizio rifiuti, che ammonta a quasi 2 milioni».

Insomma, a parlar chiaro, di certo c’è una carenza dello Stato nei tempi dei trasferimenti, ma anche la gestione del piccolo Comune siciliano non sembra delle più efficienti ed efficaci.

E non sarà uno sciopero della fame di sei giorni a risolvere i problemi del centro aretuseo.

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