UNA BASILICA ABBANDONATA

Organo San Pietro

L’organo di La Grassa

La chiesa di San Pietro è una delle chiese più antiche della città: su questa chiesa non ci sono notizie che possano fare presumere con certezza quando sia sorto il nucleo originale si conosce soltanto la data del 1076 quando il conte Ruggero volle ampliarla e modificarla insignendola del titolo di Protobasilica. Altri interventi vennero fatti nel 1559 e nel 1695 con la creazione di una stradina e l’aggiunta del cappellone.

Come per la maggior parte della chiese cittadine anche qui vi fu l’intervento dell’architetto Giovanni Biagio Amico che ne realizzò la copertura lgnea, la cappella del Santissimo, l’organo, la cantoria, il battistero e le due porte laterali. Nel 1775 poi l’architetto Luciano Gambina aggiunse 14 colonne (per rendere più salda la struttura), realizzò i gradini degli altari laterali e contribuì alla creazione delle decorazioni in stucco e degli affreschi..

Dal punto di vista dello stile la chiesa è abbastanza disomogenea: nel prospetto principale s’innalza un portale cinquecentesco mentre il suo interno regala uno scenario abbastanza unico in tutta Europa essendo una delle poche esistenti a cinque navata.

Tra le opere che spiccano la più importante è sicuramente l’organo (considerato unico al mondo) con le sue 4.000 canne, alimentate da 6 mantici, e sette tastiere. Quest’orgnao può essre suonato da tre persone contemporaneamente.

Tra le altre opere invece il San Pietro di Mario Ciotta, La pietà di Francesco Nolfo, il crocifisso di Milanti, la trasfigurazione di carreca e dello stesso autore San Pietro e Paolo e la vocazione di Sant’Andrea.

Oggi, questa chiesa che è estremamente importatante per la storia cittadina, versa in uno stato di degrado assai evidente.

L’umidità sta intaccando le pareti esterne mettendo in pericolo anche gli affreschi che sono presetnti al suo interno che già versavano in uno stato di degrado avanzato.

In anni passati la chiesa è stato oggetto di restauro che ne ha in parte (e molto marginalmente) ripristinato l’estetica ma da allora (sono passati più di vent’anni) nulla è stato più fatto.

Nel frattempo il vecchio parroco, l’Arciprete Giacalone, è venuto a mancare e con lui è mancata quella figura che tanto si è prodigata alla ricerca di fondi e finanziamenti per cercare di dare alla chiesa quella dignità storica e artistica che gli dovrebbe competere.

Oggi, chi l’ha sostituito, prodigato di impegni e incarichi, non è in grado di ottemperare ai compiti che invece dovrebbero essere una priorità, compresi quelli relativi alla cura della struttura.

E’ vero, qualcuno potrebbe obiettare che la Chiesa è composta dalla persone, ma è anche vero che una chiesa è anche un tesoro d’arte e di storia per la popolazione del luogo e dunque è da salvaguardare.

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