Processo Salvo – Messina: mercoledì arriva la sentenza

La Giustizia è eguale per tutti

La Giustizia è eguale per tutti

Mercoledì 28 settembre il giudice Francesco Maria Giarrusso del Tribunale penale di Trapani emetterà la propria sentenza a conclusione di un lungo procedimento che ha visto contrapposti il blogger trapanese Natale Salvo e Filippo Messina, in passato dirigente del movimento che fa capo a Giacomo Tranchida, “Erice che Vogliamo”, e, poi, una volta eletto Tranchida a sindaco del Comune della vetta, webmaster del sito web del Comune di Erice.

Natale Salvo ha conferito l’incarico di difenderlo all’avv. Giuseppe Maria Ingrassia; Messina, invece, è stato rappresentato in Aula dall’avv. Valentina Villabuona, sua moglie ed esponente del Partito Democratico trapanese.

Messina, oltre che la condanna penale di Salvo, ha chiesto un risarcimento di ben 50.000 euro per i danni alla propria immagini, a suo dire, patiti.

Ecco di cosa è accusato Salvo

I fatti in causa si riferiscono all’estate del 2010, oltre sei anni fa, quando il Salvo, con tre articoli pubblicati sul proprio blog lamentava che l’Amministrazione di Erice non curava con la dovuta attenzione il sito web del Comune gestito, dietro una parcella di 8.000 euro annui, dal Messina.

In particolare Salvo lamentava la incompletezza del sito web in riferimento all’area “Anagrafe degli Eletti” , la presenza di pubblicità di un’agenzia matrimoniale sullo stesso sito web istituzionale nonché una strana presenza di pubblicità del motore di ricerca Google.

Si tratta di fatti – quelli denunciati da Salvo sul suo blog Altratrapani.it – certi ed assodati, di cui nessuno ha mai negato l’esistenza.

Nonostante ciò, tanto l’Amministrazione comunale di Erice, con delibera della Giunta Tranchida quanto lo stesso webmaster indirettamente citato negli articoli presentarono due distinti esposti contro il blogger Salvo.

Un giudice ha già assolto Salvo per quegli articoli

Natale Salvo / Giacomo Tranchida scontro da 200 mila euroLo scorso 14 gennaio è giunta la sentenza n. 27/2016 del procedimento civile promosso dal Comune e con il quale l’Amministrazione guidata da Tranchida chiedeva altri 200.000 euro di risarcimento per danno d’immagine: la richiesta del Comune è stata respinta, risultando improbabili le accuse mosse, ed il Comune è stato condannato a versare agli avvocati che hanno tutelato Salvo, Nino Sugamele e Fabio Altese, 4.880 euro di parcelle.

In particolare, il giudice Adele Pipitone, nella sentenza scrive: «la critica che pur viene effettuata [negli articoli, NdR] deve essere ricondotta nell’ambito della libera manifestazione del pensiero e nell’esercizio legittimo del diritto».

La sentenza integrale del giudice Adele Pipitone è scaricabile qui [sentenza 27/2016].

L’avv. Giuseppe Marabete, che all’epoca difendeva il Comune, suggerì all’Amministrazione di accettare l’esito del procedimento per l’assenza di «carenze motivazionali tali da giustificare la proposizione di appello».

Ora la parola al giudice Giarrusso

Mercoledì, invece, sarà il momento della sentenza penale per l’esposto di Filippo Messina per alcuni stessi articoli;«ho provato solo a muovermi nell’ambito dell’articolo 4 della Costituzione vigente e, quindi, di svolgere una funzione che potesse in qualche modo concorrere al progresso del territorio dove vivo», sostiene Natale Salvo. Vedremo, mercoledì, come la pensa il giudice Giarrusso.

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