L’incidente stradale di Trapani: Anna e Mirko meritano risposte

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Il sipario si è chiuso sul secondo atto della tragedia.

Il drammatico incidente stradale che aveva coinvolto ed ucciso il pedone cinquantottenne Anna Maria Di Nicola, travolto mentre attraversava la centralissima via Giovanbattista Fardella, aveva lasciato tutti impietriti. Ma si trattava, appunto, solo del primo atto della storia.

Il secondo atto è andato in scena stamani quando il quotidiano “TP24” ha diffuso una serie di dettagli riguardo al presunto investitore: si tratta di un giovane di 19 anni, Mirko Ciaramita, che è stato arrestato poiché dopo essere stato imputato dell’accaduto sarebbe stato, a leggere il giornale, riconosciuto positivo al test antidroga.

La legge sul cosiddetto “omicidio stradale” avrebbe aperto le porte del Carcere di San Giuliano al ragazzo.

Qui la tragedia riguarda la famiglia del giovane diciannovenne: da genitore mi sento d’essere vicino al papà di Mirko, un impiegato dello Stato che, di punto in bianco, scopre dalla stampa che ha un figlio che «era fatto», che «aveva assunto cocaina» (“Arrestato Mirko Ciaramita, il ragazzo che ha investito ed ucciso Anna Di Nicola”, TP24.it). Sono notizie che distruggono.

Anna e Mirko meritano risposte

Una tragedia inutile, tuttavia, se non si prova a cercare di capire perché avvengono questi episodi e come prevenirli.

Abbandonarsi alla fatalità, all’errore umano (a leggere sempre “TP24”, l’auto presumibilmente guidata dal ragazzo «procedeva a velocità sostenuta»), non serve.

L’emittente “Telesud”, ieri, nella propria ricostruzione, ricordava come «le strisce pedonali», attraversate dal pedone investito, fossero «sbiadite» (“Incastrato dal test antidroga”, Telesud). Si tratta di un eufemismo. Le strisce erano, e sono, totalmente, cancellate. Così come lo sono, spesso, quasi tutte le “strisce pedonali” cittadine.

E’ chiaro che tenere sempre in ordine le “strisce zebrate”, invece, assieme a forme di controllo della velocità (installando dei semplici “rilevatori di velocità” in funzione dissuasiva), nonché di obbligo di attraversamento dei pedoni solo su “strisce pedonali” semaforizzate condurrebbero ad una maggiore sicurezza stradale.

Al di là dell’uso, o meno, di droghe – infatti – lo spazio di reazione e frenata, all’andatura lecita di 50 Km/h, è già di almeno 40 metri, per come spiega tecnicamente il sito web “Asaps.it” nel puntuale articolo su “lo spazio d’arresto”.

Già in passato, nel 2010, con l’articolo “Xhilone, un morto che grida vendetta”, dopo la morte del commerciante in piazza Martiri d’Ungheria, chiedemmo interventi drastici per la sicurezza stradale: nacque poi la rotonda.

Chissà se il dramma di Anna e Mirko produrrà pure qualcosa.

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