CONSIGLIO: SI DISCUTE QUANTO VALE

Katia Bucaria, MPA

Katia Bucaria, MPA

TRAPANI – Stasera il Consiglio comunale di Trapani è tornato a riunirsi. Dopo alcune schermaglie iniziali e un «colpo» a sorpresa ha lavoravo diligentemente all’ordine del giorno assegnato (l’aggiornamento dello Statuto) per poi, «per principio», andare sotto il numero legale e quindi sospendere la seduta.

LE ASSENZE. In apertura di seduta il facente funzioni di presidente del Consiglio, Giuseppe Ruggirello I, ha portato a conoscenza l’Aula che il presidente Katia Bucaria (MPA) era assente giustificata poichè «la sua bambina stava male» e, egualmente, risultatava assente giustificato Enzo Abbruscato (PD) per «impegni personali improrogabili». Assenti ingiustificati, invece, Ninni Barbera (PDL), Ninni Passalacqua (PD), Salvatore Grammatico (SDI) e qualche altro minore.

NOLA HA LA MEMORIA CORTA. In avvio di seduta il consigliere Stefano Nola (UDC) chiede quale erano le «pregiudiziali» di sui stava discutendo il Consiglio lunedì scorso prima dell’interruzione. Proprio lui che aveva, assieme a De Santis, alimentato la «pregiudiziale» ovvero la richiesta di sospendere il dibattito «sine die»! La richiesta, quindi, permette al «compare» Giovanni De Santis (MPA) di tentare di riprendere l’attività di ostruzionismo.

De Santis, MPA

De Santis, MPA

FAZIO ACCUSA, DE SANTIS GLI TAPPA LA BOCCA. Uno dei momenti di piu’ interessanti del Consiglio di stasera è quello in cui interviene il sindaco Mommo Fazio per accusare De Santis e Nola di «propinare corbellerie» a cui risponde, a ragione secondo noi, lo stesso Giovanni De Santis mettendo un pò sull’attenti il sindaco: «Esigo il massimo rispetto nei confronti del massimo consesso civico! Non deve azzardare termini offensivi nei confronti di persone o dei contenuti qui espressi». Mai, a memoria nostra, un consigliere s’era permesso di rimproverare così il sindaco, accusandolo, in sostanza, di ineducazione. Fazio, resta un attimo interdetto, ma poi torna ad accusare la coppia di consiglieri di «maggioranza» di atteggiamento «pretestuoso».

Mimmo Tumbarello

Mimmo Tumbarello

TUMBARELLO SI DISSOCIA DA SE STESSO. A sbloccare l’impasse dei lavori arriva il consigliere Mimmo Tumbarello. Uno dei tre «firmatari» residui della proposta di sospensione del dibattito, dopo la retromarcia di Franco Palermo. Tumbarello, fra la sorpresa generale, decide di «dissociarsi da se stesso», cioè di ritirare la sua «firma» alla pregiudiziale perchè – sostiene – «non penso che un consigliere di maggioranza possa non sostenere il lavoro dell’Amministrazione». Un altro folgorato sulla via di Damasco! La notte porta consiglio, a quanto pare.

Nicola Causi, IDV

Nicola Causi, IDV

IL CONSIGLIO BOCCIA «UN ALTRO». Finalmente, alle 20.06, dopo un’ora circa dall’inizio della seduta il Consiglio può iniziare ad esaminare l’atto. Il Consiglio mostra chiaramente di non volere in nessuna maniera mettere in discussione il testo esitato dal sindaco Mommo Fazio e giunge, al colmo della paura nei confronti del primo cittadino a bocciare la proposta del consigliere Causi (IDV) sull’art. 5 dello Statuto volta semplicemente a mettere un articolo indeterminativo («un»), piuttosto che determinativo («il») per piu correttamente esprimere un concetto. Mai correggere il sindaco, avranno pensato dentro la LISTA FAZIO, il PDL e l’UDC. Solo l’MPA aderisce alla proposta di Causi che viene quindi bocciata.

Mannina, MPA

Mannina, MPA

MANNINA: «SIAMO DELLE NULLITA’». I lavori proseguono celermente e senza particolari patemi sino alle 21.40 quando si giunge ad esaminare le modifiche all’art. 11 dello Statuto. Articolo che tratta dei compiti dei consiglieri. Qui prende la parola il consigliere Vito Mannina il quale constata che, alla luce delle modifiche che si stanno per introdurre, sia pure in ossequio a norme di Legge, si stanno svuotando i compiti dei consiglieri. Anche la forma vuole la sua, assicura Mannina, che sostiene che con la formulazione proposta dall’Amministrazione Fazio si sta affermando, in sostanza, che «voi consiglieri valete meno di niente». Votando l’articolo, insomma, «voteremo la nostra nullità» è convinto Mannina, che, pertanto, abbandona l’Aula, seguito da Nola, Causi, Pellegrino, De Santis, Di Bono …

Il Consiglio resta sotto il numero legale e le modifiche all’art. 11 dello Statuto non vengono approvate. La seduta viene sospesa. Onestamente non sappiamo se in tal maniera il Consiglio abbia dimostrato o meno di valere qualcosa!

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