COPPA AMERICA A TRAPANI? MA CHI CI CREDE?

ImageTRAPANI – Ti ricordi quando….Un vecchio adagio usato in qualsivoglia luogo d’incontro per rievocare i tempi belli, di qualcosa che è stato e che manca, perché in un certo senso è stato un evento unico. Nel caso di Trapani di evento vero e proprio si è trattato. La prima ed unica volta che le imbarcazioni dell’America’s Cup Class, le Formula Uno del mare, hanno toccato le acque italiane per una competizione ufficiale è stato a Trapani nel 2005.

I famosi atti preliminari della Louis Vuitton Cup, una specie di circo itinerante ideato dallo staff di Alinghi, l’imbarcazione svizzera che per anni ha dominato la più importante competizione velica del mondo, vissero a Trapani giorni di entusiasmo ed una presenza di pubblico e di stampa internazionale mai vista.

Poco male se con il senno di poi si trattava di una specie di passerella, un allenamento competitivo per quella che sarebbe stata la vera America’s Cup svoltasi a Valencia.
Quando nella circostanza Alinghi affrontò il team neozelandese per la conquista del trofeo, a Trapani un vero tifo da stadio caratterizzò le prestazioni in acqua dello scafo elvetico.

Si disse a chiare lettere, lo dissero gli organi di stampa locali, Telesud in primis, che il successo di Alinghi avrebbe certamente riportato a Trapani il prestigioso circo velico. Del resto siamo o non siamo la “città della vela”? La tradizione velica nella città falcata è talmente forte da far venir meno corsi e ricorsi storici, addirittura capace di far cambiar rotta ai Mille di Garibaldi, pensate un po’…

Ironie a parte, Alinghi quel trofeo lo ha vinto ma dell’America’s Cup a Trapani nessuna traccia. A qualche anno di distanza c’è stato una specie di silenzio stampa, niente tifo da stadio, nessun servizio a Telesud per il successo netto di BMW Oracle che ha riportato l’America’s Cup oltreoceano battendo nettamente i detentori svizzeri. A Trapani la gente aspettava ancora il successo di Alinghi della Coppa America precedente, niente sapendo che erano trascorse ben due edizioni.

Antonio d'Ali

Antonio d’alì

Sulla sede della prossima America’s Cup si sta ancora decidendo ma pare che l’evento si svolgerà a San Francisco con buona pace del senatore Antonio D’Alì che continua a cavalcare una tigre invero un po’ sdentata. È stato proprio l’ex sottosegretario agli Interni nel corso dell’ultima assemblea degli eletti e dei quadri dirigenti del PDL della provincia di Trapani ad annunciare senza mezzi termini che “la Coppa America tornerà a Trapani nei prossimi anni”. Quali siano le sue fonti e soprattutto a quale generazione di trapanesi sia orientato questo messaggio non è dato sapere.

Di fatto negli States, sede sicura della prossima Coppa America, si sta dibattendo se far disputare l’evento velico a San Francisco nello specchio d’acqua antistante l’AT&T Park o a nord di Bay Bridge. BMW Oracle sarebbe pronta ad investire una cifra che si aggira sugli 80 milioni di dollari e potrebbe usufrure a lungo termine delle aree che saranno scelte ad ospitare le regate. La decisione ultima passa al Golden Gate Yacht Club, il circolo velico del defender, che non ha tralasciato nemmeno la possibilità di una sede alternativa a Newport.

Il trofeo sarà conteso per la 34esima volta nel 2013, fra meno di tre anni, ed un’altra certezza che fa venir meno i proclami politici locali è la rinuncia di Alinghi,
annunciata ufficialmente dal patron Ernesto Bertarelli che si è detto “in disaccordo con le scelte assunte dal detentore, BMW Oracle”. Viene meno dunque il principale presunto sponsor di Trapani. Allora in base a quale criterio il senatore D’Alì annuncia la presenza dell’America’s Cup dalle nostre parti nei prossimi e non precisati anni, a parte quello della propaganda elettorale?

Vogliamo sperare che la gente inizi ad essere stanca di sentire le campane che annunciano Coppa America e Grande Città come mix vincente, panacea di tutti i mali, senza alcun vero fondamento, e ci sembra anche scarna come ricetta per presentare Trapani come candidata a capitale europea della cultura nel 2019, altro proclama fuoriuscito dall’assemblea del PDL. Oddio, mancano ancora nove anni, ma se guardiamo gli eventi culturali cittadini dell’ultimo decennio, a parte Caravaggio e poche sparute iniziative, il “mah” è d’obbligo. Ci siamo già frettolosamente appropriati del titolo di “città della vela”, ma diventare “capitale europea della cultura”…vabbeh che la campagna elettorale è più o meno prossima e queste sono soltanto le prime cartucce, ma fanno più botti dei giochi pirotenici dell’America’s Cup. E viene nuovamente da dire “ti ricordi quando…”.

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