DE SANTIS: SI FERMINO GLI SPRECHI, MA SI RILANCI LA CULTURA.

ImageTRAPANI – Con una lunga e passionale lettera aperta, Alessandro De Santis, presidente dell’associazione «Amici della Musica», scende in campo sulla vicenda della crisi dell’Ente Luglio Musicale. La lettera aperta è una vera e propria analisi della situazione del «Luglio» ed un illuminato e concreto elenco di proposte per un rilancio del «Luglio» e dell’intero comparto cultural-musicale del territorio.

 

Chi amministra il nostro territorio, afferma con fermezza il maestro De Santis, non può «annientare quello che nel bene e nel male è stato uno dei simboli della tradizione culturale della nostra Provincia».

Ma d’altro canto, ribadisce De Santis, non è neanche ammissibile che «si venga candidamente a dire, che la collettività deve pagare 1,5 milioni di euro di debiti derivanti dalla mala gestio dei dirigenti del Luglio e dall’omessa vigilanza delle amministrazioni locali, Comune di Trapani primo fra tutti, senza una concreta prospettiva che ciò non accada più».

ImageOccorre, quindi, per il presidente dell’associazione Amici della Musica di Trapani, prima di tutto
, un «rinnovamento della dirigenza del Luglio che non può essere amministrato da burocrati che non hanno mai varcato in vita loro la soglia di una sala da concerto e che non conoscono nemmeno i rudimenti del management culturale».

Ma, subito dopo, per Alessandro De Santis, serve
una «riformulazione del suo progetto artistico a medio termine». In tale ottica, «L’Associazione Amici della Musica di Trapani – sostiene il suo presidente – è disposta a contribuire alla rinascita del Luglio Musicale, mettendo a disposizione la propria professionalità ma anche organizzando, eventualmente, cartelloni congiunti onde sollevare lo stesso Luglio Musicale dalle spese che attualmente sostiene – riteniamo incoerentemente rispetto alla propria missione – per realizzare attività concertistiche ma anche per dotare la provincia di un cartellone d’eccellenza che possa costituire valido complemento dell’offerta turistica del nostro territorio e che possa essere pubblicizzato con almeno sei mesi d’anticipo rispetto alla prima manifestazione in calendario».

Serve, ancora, che venga riorganizzata la spesa culturale degli Enti locali.

ImageOccorre, da un lato che sia posto «termine agli sprechi e alle dispersioni di risorse per foraggiare associazioni pesudo-culturali che nascono e muoiono nel giro di qualche mese: non è più tollerabile vedere distribuite decine e decine di contributi inutili da cinquecento o mille euro». Sprechi avvengono, evidentemente, solo per fini clientelari, con «assessori alla cultura incompetenti in materia si improvvisino organizzatori musicali, riempiendo le città di immondizia musicale».

Dall’altro lato, tuttavia, non è possibile continuare, come s’è fatto negli ultimi 15 anni, che «il Comune e la Provincia Regionale di Trapani tengano privi di adeguato sostegno i pochi operatori musicali professionali del territorio (Amici della Musica di Trapani e di Alcamo e Brass Group di Trapani e di Alcamo in primis)».

«Il compito della politica
– per il maestro Alessandro De Santis – non è quello di ridurre gli operatori culturali onesti e capaci al rango di disprezzati questuanti ma quello di sostenere chi ha dimostrato di sapere realizzare con continuità attività culturali d’alto profilo, nell’interesse della collettività e senza sperperare denaro pubblico». Per gli operatori culturali di elevato livello professionale, quali gli stessi Amici della Musica, è necessario giungere ad un sostegno «attraverso la determinazione del suo annuale contributo in sede di bilancio di previsione, anziché a fine anno», al fine di poter programmare per tempo le attività e poterle pubblicizzare tempestivamente, nell’interesse dello sviluppo del territorio «per incentivare il turismo, le sue bellezze artistiche e le sue tradizioni culturali».

Ora s’attende la risposta degli Enti
«Presidente della Provincia Regionale di Trapani, Presidente del Consiglio Provinciale di Trapani, Sindaco di Trapani», a cui la lettera aperta è indirizzata. Nelle ipotesi si ventila l’indizione di un consiglio provinciale «aperto». Occasione di dibattito a 360 gradi sulle politiche culturali del territorio.

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