Don Rosati: contro la discriminazione, formazione nelle Parrocchie

Trapani, 8 febbraio 2015 – Nella cornice della Fardelliana, sabato, la conferenze-dibattito “Da Trapani per i Diritti” ha acceso una fiammella lungo la strada della positiva interazione fra i Popoli, che rappresenta uno dei principi della “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo” che rappresentava il tema della serata.

Nel suo breve, ma incisivo, intervento conclusivo don Rino Rosati, parroco di Sant’Alberto, ha avanzato la proposta che, forse, è un semplice “uovo di colombo” ma che rappresenta la sostanza che chiedeva la conferenza: «le comunità parrocchiali dovrebbero fare questa formazione», ed invece siamo «presi dall’emergenza di pagare le bollette».

don Rino Rosati

don Rino Rosati

A quale formazione si riferisce don Rino? Il Popolo vede tutti i migranti come un tutt’uno: «immigrati e basta», non conosce le «differenze», neanche sa che una buona parte sono dei cristiani, spesso evangelici e pentecostali, neanche conosce le “storie” ed i bisogni che ci sono dietro il flusso migratorio.

Dalla conoscenza sarebbe più facile giungere all’accoglienza, certamente. D’Altra parte, aggiunge Don Rino, «Abbiamo un unico Dio, i confini non appartengono alla Chiesa», in ciò richiamando,anche, le parole di Papa Francesco recentemente formulate all’ultimo Angelus del 2013.

Come non appartengono alla Chiesa i “fondamentalismi”, da ogni parte essi provengano: tanto dall’Islam quanto dall’area Cristiana. Don Rino Rosati, infatti, auspica di «alleare le religioni per fare la guerra ai fondamentalismi».

E, certamente, conclude don Rino, quei politici lombardi (Lega Nord, ma anche Forza Italia, NCD e Fratelli d’Italia) che han recentemente votato il divieto di costruire in quella regione delle Moschee, non sono dei “bravi” Cristiani. Forse, spiegherà poi a microfoni spenti, sono solo dei Nazisti.

Apprezziamo le parole di don Rosati, auspichiamo fatte proprie anche dai vertici della Chiesa trapanese e, perché no, ascoltate e acquisite anche dal mondo “laico”, dall’Amministrazione comunale, che, attraverso il mondo della scuola, già alle medie, potrebbe e dovrebbe interagire con i futuri cittadini.

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