La guerra alla tassa di soggiorno: «È solo un balzello sul turismo»

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Gli operatori del settore che fanno capo all’organizzazione dei commercianti hanno deciso, calcolatrice alla mano, di fare i conti “scoprendo” così che, nel giro di tre anni, sono stati sottratti circa 780 milioni di euro ai consumi turistici.

«È questo infatti il bilancio dell’applicazione della tassa di soggiorno, ripristinata in Italia a partire da 2012 e a Roma da un anno prima – spiegano -. Un’imposta nata con lo scopo di assicurare agli enti locali le risorse per potenziare i servizi turistici, migliorare l’offerta culturale e i servizi pubblici, ma che ha finito per essere interpretata quale uno dei tanti canali di finanziamento trasformandosi da tassa pro turismo a tassa sui turisti».

In Italia la tassa è applicata da 649 Comuni. Per il profilo “vacanza in famiglia” l’incidenza dell’imposta di soggiorno può arrivare a superare il 10%, scoraggiando così i nuclei familiari con figli.

«L’esempio virtuoso di Castiglione della Pescaia, che ha destinato tutti i proventi al turismo, organizzando nel 2014 oltre cento eventi, e aumentando del 15% le presenze in bassa stagione».

«Per questo – conclude Cristina Pagani, presidente dell’Assohotel dell’area metropolitana di Firenze – abbiamo chiesto che la tassa venga destinata, insieme alle associazioni degli albergatori, alla promozione del turismo ed alla sua riqualificazione».

Fonte: “Il Tirreno”

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