La mafia a Trapani ubbidisce ai “Colletti Bianchi”

La mafia ce l’hanno rappresentata come una banda di uomini rozzi, violenti, sanguinari, oltre che pure semi analfabeti.

Nei nostri occhi perpetuano le immagini del serial Il Padrino e dei vecchi video su Corleone, con uomini con coppola e lupara che, a dorso dello scecco, percorrono strade e viottoli di campagna dell’hinterland palermitano.

La DIA, la Direzione Investigativa Antimafia, però sostiene tutt’altro.

Con la operazione Scrigno cadono i primi politici, il terzo livello

Quell’immagine iconica serve solo per nascondere, ma neanche troppo, la realtà, per altro parzialmente disvelata dai recenti procedimenti penali che sono stati raccolti in Scrigno.

Testualmente, così scrisse la DIA nel primo rapporto semestrale 2019 presentato al Parlamento:

>>> IL RAPPORTO : Relazione DIA - 1° semestre 2019 [vedi pagg. 92-96]

« Indicativi anche gli esiti dell’operazione “Scrigno”, conclusa il 5 marzo, che hanno documentato come:

  • un ex politico regionale fosse uomo di riferimento delle famiglie mafiose della provincia.
  • Peraltro, nell’ambito della stessa inchiesta, è stato coinvolto un soggetto, già amministratore locale di Trapani, ritenuto responsabile di voto di scambio politico mafioso.
  • Il provvedimento cautelare ha riguardato anche un terzo politico di Erice, ritenuto componente della famiglia mafiosa trapanese ».

Per gli smemorati e per quelli di memoria volutamente corta, i politici citati dalla DIA, nell’ordine, sono:

  • Paolo Ruggirello, 55 anni, deputato regionale uscente del Partito Democratico, ma in precedenza con il movimento Nuova Sicilia di Bartolo Pellegrino;
  • Ivana Anna Maria Inferrera, 57 anni, assessore sotto la Giunta Damiano e candidata nelle liste UDC alle regionali 2017;
  • Giovanni Maltese, 65 anni, consigliere comunale a corrente alternata tra le fila di Nuova Sicilia, Forza Italia e del PSI a Erice.

Insomma, in qualche modo, appare chiaro che esista un collegamento dare / avere tra mafia e politica. Ruggirello, Inferrera e Maltese, tuttavia, sono solo la punta dell’iceberg, la parte che si vede.

Altri ancora sono, tuttavia, i politici, alcuni ancora in carica, nominati nell’ordinanza del GIP del procedimento penale denominato Scrigno.

« Le posizioni di vertice dei mandamenti mafiosi di Trapani ed Alcamo risultano stabilmente detenute da noti esponenti delle storiche famiglie mafiose con un sistema di successione quasi “dinastico” » ha precisato il predetto rapporto.

« A Trapani […] si continuano a registrare pressioni estorsive, accompagnate da danneggiamenti e atti intimidatori di vario genere, in danno delle attività commerciali.
Attraverso la gestione dei centri scommesse, le consorterie mafiose accrescono la propria capacità di penetrazione e controllo di altre attività nel territorio, in una sorta di circolo vizioso, cogliendo non solo opportunità di riciclaggio, ma anche la possibilità di dare lavoro a persone organiche a Cosa nostra ». Conclude l’analisi della DIA sul nostro territorio.

La relazione 2019 della DIA: la mafia è in affari con i più ricchi trapanesi

Molto più interessante, e segnale di futuri sviluppi, quanto scritto nel secondo rapporto 2019.

>>> IL RAPPORTO : Relazione DIA 2° semestre 2019 [vedi pagg. 138-147]

Quella di Trapani è « una delle roccaforti di Cosa nostra, che continua ad agire secondo una logica familistica e clientelare. Cosa nostra trapanese, [fa] affari con i più ricchi. Anche nella provincia trapanese le consorterie privilegiano, rispetto a metodologie più aggressive, accordi affaristici, proiettando le proprie mire sugli apparati pubblici, condizionandone la gestione ».

Insomma lavori pubblici e incarichi ed assunzioni di personale nelle imprese che si aggiudicano tali lavori rappresentano un tutt’uno nelle gestione mafiosa dell’economia.

Naturalmente, secondo tradizione, « la consorteria continua ad imporre il “pizzo”, che rappresenta lo strumento essenziale per il controllo del territorio, oltre che una notevole fonte di guadagno ».

Se salta Lui, un sacco di gente famosa salta con Lui

Ma attenzione : « le investigazioni evidenziano come Cosa nostra, […] appare sempre più protesa a divenire la mafia dei “colletti bianchi” ».

« Investigazioni recenti hanno confermato come la “filiale trapanese” di Cosa nostra stia provando a darsi un volto rispettabile e a dedicarsi compiutamente ai grandi affari, con la complicità di personaggi insospettabili. Sempre più spesso, infatti, le indagini fanno emergere il coinvolgimento di quella fetta di mondo politico-imprenditoriale che si pone a disposizione dell’organizzazione mafiosa », conclude questo secondo rapporto.

« Una persona mi ha detto una cosa orribile. È così legato bene che se salta lui un sacco di gente famosa salta con lui », mi aveva scritto un’amica su Whatsapp pochi giorni addietro. Si riferiva ad un noto colletto bianco che opera a Trapani.

Leggendo, solo oggi, i rapporti della DIA, mi domando : stiamo parlando della stessa cosa ?

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Una risposta

  1. GIACOMO AUGUGLIARO ha detto:

    E chi potrebbe essere questo LUI secondo le fonti dei BAR che tu frequenti ?

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