LA PROVINCIA DISCUTE, L’AMMALATO MUORE

Salvatore Daidone, PDTRAPANI – Il Consiglio Provinciale decide di non decidere. E quindi, difronte, alla “mozione” presentata – lo scorso 7 dicembre – dal consigliere provinciale Salvatore Daidone (Partito Democratico) con cui si chiedeva “l’azzeramento del vertice aziendale e amministrativo della società Megaservice, ritenendolo responsabile del suo fallimento gestionale” la maggioranza di centrodestra – questa sera – la respinge con 20 astensioni e soltanto 12 voti favorevoli.

E contemporaneamente giunge il comunicato del sindacato Filcams CGIL, che denuncia come sia stata “Avviata la procedura per il licenziamento dei lavoratori della società di multiservizi MegaService”.

Vito Giacalone, segretario provinciale del sindacato di categoria, nel proprio comunicato, precisa che “La comunicazione, fatta pervenire oggi ai sindacati, prevede, infatti, la riduzione di trentanove unità su settantuno dipendenti che, oltre a vantare il pagamento di diverse mensilità, rischiano di rimanere senza il posto di lavoro”. Per la Filcams Cgil “prima di avviare la procedura per la riduzione dei dipendenti sarebbe stato necessario esaurire il confronto in sede politica con l’assunzione di un preciso impegno da parte della Provincia e del Consiglio provinciale finalizzato a trovare le risorse per garantire l’occupazione a tutti i lavoratori”.

“E’ inaccettabile – ha concluso Gancitano – che a pagare le responsabilità della politica e le incompetenze degli amministratori debbano essere sempre i lavoratori”.

Mimmo Turano, Presidente ProvinciaIncompetenza degli amministratori? Per il consigliere provinciale Salvatore Daidone questa è tangibile. “Il Consiglio Provinciale di Trapani continua, dal suo insediamento del luglio 2008, ad approvare le perdite prodotte dalla società partecipata “MEGASERVICE S.p.A.” non essendo stati sufficienti i circa 900.000 mila euro già approvati dallo stesso nel 2009”, mentre “il bilancio chiuso al 31/12/2010 presenta una perdita emergente di euro 238.304”. Per Daidone, la MegaService, è colpevole, altresì, della “mancata comunicazione di un qualsiasi piano industriale che manifestasse e chiarisse le strategie aziendali ai fini di raggiungere almeno il pareggio di bilancio“.

Il consigliere provinciale democratico “ritiene che tale situazione sia imputabile alla scarsa capacità manageriale dei vertici aziendali in questione, naturalmente con il “bene placido politico” del Presidente della Provincia Turano”.

Nel dibattito, durato due ore, in Consiglio Provinciale è intervenuto l’assessore Canzoneri che ha precisato come “ai dipendenti della Mega Service, che nei giorni scorsi hanno già percepito gli emolumenti arretrati relativi al mese di agosto, entro il prossimo 22 dicembre verranno corrisposti anche lo stipendio di settembre e la 13ª mensilità”. Dei tempi di erogazione delle mensilità di ottobre, novembre e dicembre, invece, non si sa nulla.

Il Presidente Peppe Poma, comunque, a proposito di chiacchiere,ha preannunciato – riporta un comunicato stampa della Provincia – che nella prossima Conferenza dei Capigruppo sarà stabilita la data di convocazione di un nuovo Consiglio Provinciale straordinario sulla Mega Service che si rende necessario anche per acquisire finalmente il piano industriale da tempo richiesto nonché la relazione quadrimestrale sullo stato dell’arte della Società”.

Il problema resta, tuttavia, come denunciato sempre dal sindacato della CGIL lo scorso 9 novembre, nel fatto che “la Provincia Regionale, Ente che detiene il 100 per cento delle quote azionarie della MegaService” sarebbe costretta, per i tagli dei trasferimenti statali, “ad una drastica riduzione di risorse economiche da destinare alla società di multiservizi che passerebbero da circa quattro milioni di euro a circa un milione e mezzo di euro”. “Cifra quest’ultima – spiega il segretario Filcams Vito Gancitanoche non riuscirebbe a far fronte ai costi fissi annuali di gestione che si aggirano intorno ai tre milioni e 500 mila euro, di cui tre milioni di euro rappresentati dal costo del lavoro (retribuzioni e oneri sociali e fiscali)”. Per la Cgil “è inammissibile che ad essere messo in discussione sia il diritto al lavoro. Per far fronte alla carenza di risorse occorre, piuttosto, individuare tra le pieghe di bilancio, gli sprechi evitando di colpire i lavoratori”.

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