LA SANTA SEDE … UNIVERSITARIA

Univerità TrapaniTRAPANI – Sono le 10:00 del mattino ed entrando nel polo di Trapani dell’Università di Palermo non si nota niente di strano. Passeggiando su e giù per la struttura si nota la calma che contraddistingue la città che non perde mai la calma, neanche quando ci sarebbe da piangere e disperarsi. La puntualità risulta spesso un optional e anche oggi non c’è alcuno sconto nella pena. Nonostante il grande evento fosse atteso per quell’ora, solamente alle 10:35 qualcosa comincia a muoversi e alle 10:40 esatti comincia il grande varietà religioso.

L’aula magna viene arredata come una Chiesa e la cattedra diventa, per l’occasione, un altare con tanto di leggio alla sinistra di chi guarda. Il tutto viene, inoltre, contornato da un vistoso crocifisso vicino alla bandiera della Regione Siciliana e dell’Unione Europea alla destra del parroco, mentre alla sua sinistra non può mancare un coro di giovani che intona, come in una cerimonia religiosa che si rispetti, canti liturgici. Sotto questo meraviglioso sfondo perfettamente allestito, si celebra la Santa Messa con il curato, che dopo aver dato il benvenuto ai fedeli intonando il nome di Dio, si accomoda proprio sotto l’enorme scritta “Università di Palermo, Polo di Trapani” ad ascoltare dei versi della Bibbia letti da un giovane credente.

La tranquillità dei fedeli è totale, come quella degli organizzatori appartenenti all’associazione studentesca di UniTrapani, i quali sostengono che organizzare un evento liturgico all’interno dell’aula magna di un’università sia un segno di laicità e apertura mentale. D’altro canto, è totale anche l’indifferenza di chi si aggira per la struttura non mostrando alcuna minima necessità di ribadire qualcosa all’evento che si sta svolgendo a porte aperte, con microfoni e canti nella sala più importante del polo. Nessuno sembra preoccuparsi che quello che dovrebbe essere il tempio della cultura è divenuto una vera e propria Chiesa in cui il pastore adornato da simboli cristiani predica la grandezza di Gesù e del Dio cristiano senza mostrare alcun imbarazzo nell’essere sotto l’enorme scritta indicante l’Università di Palermo.

In questo modo, nella totale indifferenza dei più e nell’accondiscendenza dei seguaci, perdono di significato tutti i dibattiti sul crocifisso nelle scuole o sull’ora di religione che non deve più insegnare quella cattolica, ma tutte le religioni, perché mentre qualche illuso democratico, sia da una parte che dall’altra, prova a discutere prima di agire, c’è chi si prodiga a distruggere le frasi con l’azione, scavalcando ogni limite di decenza e oltrepassando ogni tabù dando vita a un evento religioso senza porsi alcun dubbio, né tantomeno chiedersi se questo evento possa rompere l’equilibrio già precario di uno Stato che tenta di difendere la propria laicità.

Proprio sotto le festività natalizie in cui tutti dovremmo essere più buoni e fare un passo indietro, si accoltella la Costituzione Italiana al cuore mandando al diavolo l’articolo 7 che recita la laicità dello Stato Italiano e il rispetto che dovrebbe essere attribuito a un luogo di scienza che nulla ha a che vedere con il culto.

Premettendo che ogni persona è libera di professare la propria religione, è fondamentale sottolineare che la fede è una caratteristica del singolo individuo e non di uno Stato e che è quindi opportuno che le manifestazioni liturgiche vengano celebrate all’interno di posti adibiti e non si approfitti di strutture pubbliche per promuovere la conversione in una città che non ha certo bisogno di questi eventi inopportuni per essere indicata come profondamente cattolica.

Messa nell’aula magna del polo di Trapani dell’Università di Palermo

(tratto da: diecieventicinque.it)

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