Le Erythrina: Rao, per il verde pubblico serve professionalità!

Erythrina e Roberto Rao

Erythrina e Roberto Rao

«In questi giorni stiamo assistendo, forse per la prima volta, alla presa di coscienza da parte dei trapanesi della condizione del verde nella nostra città, dove per tanti anni, il verde cittadino non ha rappresentato una priorità». Ha denunciare questo disinteresse è Roberto Rao, quarantenne architetto, assessore al territorio designato dall’avvocato Giuseppe Marascia in caso di vittoria della Lista “Città a Misura d’Uomo” alle elezioni del prossimo 11 giugno.

«Il problema delle 39 Erythrina dimostra che – prosegue Rao – finalmente ci stiamo rendendo conto che una città contemporanea necessita di proteggere non solo il suo patrimonio artistico ma anche quello ambientale».

Rao: Serve che si diano le responsabilità, si dica cosa non ha funzionato

L’architetto Rao va cauto, naturalmente, sul “merito” del problema: «non mi sento di dire quello che è giusto o quello che è sbagliato, ma sono più interessato a spiegare cosa farei prima di abbattere un albero secolare. Innanzitutto mi informerei chiedendo almeno due pareri».

«Mi porrei, quindi, – prosegue Roberto Rao – diverse domande fondamentali per indagarne la situazione attuale perché evidentemente bisogna capire come mai l’albero è diventato pericoloso: E’ malato? Se si, che malattia ha e perché non è stato curato? Ha avuto una storia di potature sbagliate? Perché è stato potato in quel modo assurdo? Chi è autorizzato a tagliare i rami in quel modo?».

Insomma il minimo indispensabile per comprendere, trovare una soluzione idonea, ed evitare che il problema si ripeta. Un minimo di domande cui, tuttavia, dalle notizie di stampa, non sembra che il sindaco Damiano abbia dato risposte.

«Un albero – continua a spiegare l’assessore designato di “Città a Misura d’Uomo” – è geneticamente programmato per crescere ed espandersi non per cadere o spezzarsi, e se questo succede è perché è stato fortemente maltrattato».

Erythrina? Ci sono “esperti” ed “esperti”

Ma Rao si lancia in una particolare lettura dei “pareri” tecnici: «Non farei commenti spropositati se prima non ho chiesto due pareri a persone competenti nel settore o che almeno hanno avuto a che fare con un albero come l’ Erythrina. I pareri e le analisi devono essere condotte da esperti che conoscono i comportamenti della specie. Un potatore specializzato a tagliare ulivi o agrumi ha di certo strutture e competenze limitate in questo caso, rispetto a professionisti che operano con latifoglie e conifere di alto fusto. Un’ Erythrina non è un pino, non è un tiglio e neanche una quercia, ha una sua struttura, un suo sviluppo e caratteristiche non assimilabili alle piante prima elencate».

Naturalmente la sicurezza delle persone non può essere messa in discussione per l’architetto Rao: «Io personalmente sono sempre stato contrario alla rimozione delle piante se non c’è un’esigenza davvero importante, ma se questi l’alberi sono effettivamente pericolosi per qualsiasi motivazione e se mi viene confermato dai differenti pareri che non esistono alternative che possano salvare gli alberi, allora ci sarebbe poco da fare, tenendo conto che Trapani è una città ventosa e quindi il rischio si moltiplica drasticamente e sfido chiunque a prendersi la responsabilità di affidare alla sorte una situazione simile».

Il caso Erythrina per guardare al futuro del verde a Trapani

Rao, nell’ipotesi confermata di pericolosità delle attuali piante, propone il “domani”: «Se dovessero tagliarli allora coglierei l’occasione per studiare quale albero possa vivere in questo contesto salino e ventoso, metterei a dimora lecci, tigli, platani, magnolie o alberi che siano esistenti nella zona e che ben sopportano il nostro clima».

Ed, ancora: «Renderei vietata la barbara pratica della capitozzatura di qualsiasi pianta e invece mi accerterei che chi esegue le potature abbia tutti le licenze per poterlo fare e le conoscenze adeguate aggiungendo anche un corretto monitoraggio pianificato del nostro verde».

Poi l’esperto di “Città a Misura d’Uomo” chiude ricordando gli espianti di altri alberi di pochi mesi fa: «I pini della circonvallazione sono stati fatti crescere senza criterio e alla fine sono stati rimossi, senza un minimo pensiero di recupero o senza una giusta sostituzione».

«La ragione è semplice – conclude l’architetto Roberto Rao -: ci vuole una giusta manutenzione, un criterio serio e professionale per poter seguire il verde cittadino. Il verde fa parte delle risorse del contesto urbano che per poter dare il suo effetto deve essere, curato, gestito e monitorato».

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