Liliana Tagliavia, CIF: Costruire un Nuovo Umanesimo!

Conferenza Descrescita CIF Castellammare

Lilliana Tagliavia, la prima a destra, mentre relaziona

«L’economia, da semplice mezzo, è divenuto fine, e l’uomo, il soggetto, è divenuto l’oggetto» ha dichiarato la dott. Liliana Sebastiana Tagliavia aprendo i lavori del convegno “La forza di esserci: ripensare ad una nuova economia che metta al centro l’essere umano” promosso dal Centro Italiano femminile (CIF) di Castellammare e svoltosi sabato nella splendida cornice della sala conferenze del castello arabo-normanno.

La dott. Tagliavia ha quindi esaminato la situazione socio-politica corrente: «La situazione di difficoltà in cui versa il Paese si è manifestata negli ultimi anni anche in numerose emergenze di carattere ambientale: le ormai ricorrenti alluvioni, che raccontano al contempo l’incuria nella gestione del territorio e i segni evidenti dell’innalzamento globale della temperatura; la cementificazione selvaggia, che in alcune regioni ha consumato in pochi anni gran parte del territorio utile, per l’edificazione eccessiva; le innumerevoli notizie di illeciti nella gestione dei rifiuti, al sud come al nord, sono fotografie di un malcostume che lega troppo spesso le ecomafie al pubblico e al privato; infine, i casi eclatanti di industrie che hanno contaminato per anni l’acqua, la terra e l’aria in numerose città».

Per la responsabile del CIF di Castellammare non resta che una risposta a tale situazione: «E’ necessario ripensare ad un nuovo modello di sviluppo, che mette l’essere umano al centro della società ma in una chiave nuova, con un taglio innovativo, che punta alla qualità della vita attraverso una visione diversa del mondo, più aperta, collaborativa e quindi più felice».

Un Nuovo Umanesimo che parta dalla Cittadinanza Attiva

Uomo-Vitruviano-Leonardo-umanesimo-rinascimento«Insomma – prosegue la dott. Tagliavia -, bisogna avviarci lungo la strada di un ‘nuovo Umanesimo. Si tratta di ripensare ad un sistema diverso, fondato sui principi della centralità dell’essere umano rispetto alle fredde regole del mercato e dell’economia».

Una strada non facile, naturalmente, spiega l’oratore: «La costruzione di un nuovo equilibrio socio-economico e ambientale, così come il cambiamento che ne deriva, non sono demandati soltanto alla politica e agli Stati, ma dovranno partire dal basso, dalla cittadinanza attiva, dalla quotidianità, coinvolgendo gli stili di vita di ciascuno e avendo come prime alleate le donne».

Ma una certezza c’è: «È ormai evidente che una società che fondi la vitalità della propria economia su una crescita indefinita, fondata sull’impiego di fonti energetiche tradizionali (petrolio, gas, carbone), mette a rischio la propria stessa sopravvivenza».

Vivere a dimensione locale, disintossicandosi dal consumismo

consumismo«A Castellammare nel mese di maggio – ha ricordato ancora la dott. Liliana Tagliavia -, al festival della filosofia è venuto Serge Latouche, economista e filosofo francese, le cui idee devono essere tenute in considerazione perché offrono una visione nuova per affrontare le tematiche in questione».

«Per Latouche – ha spiegato la relatrice – serve una società che deve basarsi sul ben-essere, una società che torni a vivere la dimensione locale, riscoprendo una vita più sobria e frugale, quasi di sussistenza, all’interno della propria comunità in cui il valore principale è la solidarietà».

«Dobbiamo cioè convincerci e convincere gli altri – ha concluso la Tagliavia – che, oggi come oggi, non solo l’abbondanza delle merci non ci rende felici, ma, al contrario meno abbiamo e meglio stiamo. Se il consumismo è divenuto una droga, la soluzione è disintossicarci. La ricchezza che ci rende effettivamente sereni e felici è quella delle relazioni personali».

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