NACCI VICE DI TRANCHIDA NEL 2012?

Luigi Nacci (API)

Luigi Nacci (API)

ERICE (TRAPANI) – «Chi lavora sul serio sul territorio ad Erice viene messo da parte». Questo il commento di Luigi Nacci alla ipotesi di candidatura dell’avv. Maurizio Sinatra alla carica di sindaco di Erice. Sinatra da sempre ha aspirato alla candidatura di primo cittadino, sia ieri quando era nel PDL e sia oggi che ha seguito Giulia Adamo nell’UDC. «Io non so cosa vuole fare da grande Giacomo Tranchida, perchè la sua maggioranza è dilaniata. Lui pensa già alle prossime elezioni. Aveva fatto (prima marzo e poi agosto 2010, NdR) delle proposte valide al sottoscritto, erano proposte che io ho accettato in parte, ma nulla mai s’è fatto. Cosa succederà sinceramente non lo so, valuteremo per bene questa situazione politica e la valuteremo al piu’ presto perché sono abituato ad organizzarmi».

Queste ed altre «esternazioni» sono uscite dalla bocca di Luigi Nacci e di Pio Lo Giudice durante la conferenza stampa di venerdì scorso nella sede di Palazzo Venuti dell’API, l’Alleanza per l’Italia, il Partito fondato dall’ex-PD Francesco Rutelli, conferenza servita ad annunciare ufficialmente il passaggio dello stesso Nacci dall’UDC all’API, ma anche per presentare lo stesso Partito che è «ufficialmente» in «campagna acquisti». Alla conferenza stampa hanno assistito sia un «amico» dell’on. Lo Giudice, Salvatore Colomba, consigliere UDC a Valderice ma in rottura col suo Gruppo, e il dott. Mario Sugameli, Leader dei «Popolari per Valderice» che conta un consigliere comunale a Valderice.

«Questa amministrazione, ad Erice, non è che vada bene – ha precisato il dott. Nacci – , io ho criticato Tranchida e continuo a criticarlo giornalmente. Lui vuole risolvere tutte le problematiche da solo e non è possibile».

IL BILANCIO DELL’ESPERIENZA COLL’UDC. «Ho dato molto a questo Partito, sono stato due volte Commissario, Commissario al tesseramento portando 130 tessere all’allora segretario Lucchese, e Commissario alle Liste. Questa lista che ho formato io (nel 2007, NdR), con tanti sacrifici, ha portato quasi 2.000 voti ed ha permesso l’elezione di tre consiglieri. Ho dato visibilità a questo Partito ad Erice. Quindi lascio un po’ di cuore in questo UDC. UDC, però, dove non mi trovavo piu a mio agio, anche se non c’entrano le diatribe di questi ultimi giorni col consigliere Mazzeo. Io avevo già deciso di passare all’API». Per ritrovare l’amico e collega Pio Lo Giudice, deputato regionale, oggi un quota API ma pure lui eletto nelle liste dell’UDC.

on. Pio Lo Giudice

on. Pio Lo Giudice

LA ROTTURA: LA POLTRONA DI ASSESSORE ALLA PROVINCIA. «Ero vicino alla corrente di Peppe Carpinteri, e mi ero allontanato perché non condividevo determinati comportamenti di questa corrente nei confronti di un presidente della Provincia e Segretario che, secondo il mio parere, non aveva dato le risposte alla Base. C’è stata scarsa attenzione degli Organi Provinciali e Regionali nei confronti di quella Base. Avevo invitato Peppe Carpinteri e Mimmo Turano a fare girare la ruota ad Erice. La lista di Erice era formata da gente che aveva preso piu’ di 200 voti: Miceli, Iacobone, Cavallino. Per me fare politica significa dare gratificazione a tutti quelli che contribuiscono a fare la lista. Avevo detto a Mimmo Turano magari io vado a fare l’assessore alla Provincia e sale il primo dei non eletti, ad un altro dai qualche altra cosa … Questo è rimasto lettera morta. Per cui cominciarono a sorgere i primi contrasti col Segretario provinciale».

USCIRE DALLA PORTA PER ENTRARE DALLA FINESTRA. Riporta «S», la Rivista edita dalla Novecento Srl di Palermo, nel numero di novembre 2010, in un lungo articolo dall’eloquente titolo «Al centro c’è posto», e firmato da Salvo Toscano, come «in casa UDC si stringono i rapporti con l’API di Francesco Rutelli. Una vicinanza che probabilmente si tradurrà in liste comuni UDC-API (quello che i finiani potrebbero fare con l’MPA) nel caso in cui si andrà al voto nazionale in primavera». Precisa ancora Toscano «C’è un rapporto preferenziale a livello nazionale, dice D’Alia. E Mario Bonomo, deputato regionale rutelliano, rilancia: Quello fra API ed UDC è il rapporto fra due forze sinergiche che si muovono in una prospettiva politica destinata ad avere convergenze importanti».

LO GIUDICE CONFERMA LE CONVERGENZE. «Io all’interno dell’UDC ho lasciamo molti, ma molti, amici. Non ho condiviso l’operato del nostro segretario. Io purtroppo a casa mia non stavo bene – spiega l’on. Pio Lo Giudice, recentemente transitato all’API dall’UDC -, e quando non si sta bene bisogna avere l’intelligenza e l’onesta intelletuale di chiudere la porta, però con garbo, mai sbattere la porta, ed andar via».

Lo Giudice, poi, ha precisato di non essere piu’ il «delfino» di Pino Giammarinaro il leader democrstiano di Salemi, personaggio molto controverso e coinvolto in diverse brutte esperienze giudiziarie, e che l’ha ampiamente sostenuto per la sua elezione a deputato. Ma non ha saputo spiegare quando e perché si sono divise le due strade. S’è mantenuto sul generico. Sarebbe stata la «esternazione» piu’ importante della serata … ma gli è … mancato il coraggio.

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