PER D’ALI ANCORA GUAI GIUDIZIARI

sen. Antonio D'Alì

sen. Antonio D’Alì

PALERMO – Il Pm di Trapani Andrea Tarando avrà sei mesi di tempo per continuare ad indagare sul senatore del Pdl ex sotto-segretario all’Interno, Antonio D’Alì. Così ha deciso il Gip di Palermo Antonella Consiglio che ha, per ora, respinto la richiesta di archiviazione, chiedendo appunto una proroga delle indagini. Nel dispositivo il Gip chiede una scheda biografica politica che ripercorra tutte le campagne elettorali dal 1994 in poi del senatore D’Alì. Indica che vengano riascoltati alcuni collaboratori di giustizia come Campanella, …

… Vincenzo Sinacori, Gabriele Salvo, parente dei cugini Salvo, Antonio Patti e il gioielliere di Castelvetrano Francesco Geraci, prestanome di Totò Rina, che ha raccontato i retroscena del terreno in contrada Zangara di proprietà di D’Alì venduto al latitante Matteo Messina Denaro, capo di Cosa Nostra.

Geraci ha riferito di aver appreso da Matteo Messina Denaro che nella Banca Sicula dei D’Alì, poi ceduta alla Comit c’erano interessi della famiglia mafiosa.
Vicenda su cui aveva indagato per primo il braccio destro del giudice Paolo Borsellino, Rino Germanà che nel settembre del 92 scampò miracolosamente al fuoco dei kalanschintov di Messina Denaro e Bagarella.

Inoltre chiede che venga acquisto agli atti il verbale dell’allora Ministro dell’Interno Pisanu a proposito del trasferimento del Prefetto di Trapani Sodano.

La dottoressa Consiglio vuole saperne di più anche sulle intercettazioni tra l’imprenditore Francesco Morici che si è aggiudicato le commesse più importanti dal porto alla funivia Trapani-Erice e l’imprenditore di Valderice Tommaso Coppola, arrestato nel 2005 e condannato in secondo grado per mafia, in cui Morici parla del senatore D’Alì a proposito di appalti pilotati.

Coppola e il capomafia di Trapani, Pace, come emerso da un’ambientale, si preoccupano dell’attrito dentro Forza Italia tra D’Alì e l’allora assessore regionale ai beni culturali, Croce in quanto la tensione tra i due creava problemi ai loro interessi. In sintesi, per la dottoressa Consiglio si tratta di una storia tutta da approfondire.

Tra sei mesi a conclusione la Direzione Distrettuale Antimafia potrebbe ribadire la richiesta di archiviazione o tramutarla in una richiesta di rinvio a giudizio l’ultima parola spetterà sempre al Gip. Nel frattempo il senatore Antonio D’Alì resta indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.

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