Quali interessi contro il Mercato Ortofrutticolo ?
«I dettaglianti ne sentono l’esigenza, ma non fanno pressioni per un senso di sfiducia verso gli amministratori che da oltre quarantanni non hanno fatto nulla per realizzarlo» – dice Celeste Selinunte – segretario provinciale della Confesercenti.
Trapani non ha un mercato ortofrutticolo Comunale ed a pagarne le spese sono tutti: i cittadini, che pagano la frutta mediamente un 30% in più di Palermo; i grossisti, che debbono sopportare maggiori spese di trasporto; ma più di tutti gli agricoltori (“siniara”) che non avendo un punto mercato dove portare il prodotto e dove conservarlo, sono costretti a venderlo ai commercianti all’ingrosso che fanno il prezzo che vogliono.
Quali sono le strutture attualmente dove si vende il prodotto all’ingrosso? Vi è una cooperativa L.O.T. su un’area attrezzata alla meno peggio in via Cap. S.Fontana che viene chiamato mercato “ranni”. Vi è poi la S.C.O.T., anch’essa cooperativa, che in un’area privata sita in via Virgilio funge da mercato ”nico”. Vi sono poi alcuni grossisti (Vielle, Porracchio e Vulpitta ed altri che in varie aree della Città e della periferia hanno le loro sedi).
Manca, insomma, un luogo d’incontro di tutti gli operatori. Quali sono i disagi? Non c’è un orario di apertura per cui di fatto gli orari sono incredibili: s’inizia all’una di notte e s’interrompe alle dieci per riaprire nel pomeriggio alle 15 circa. Il dettagliante per approvvigionarsi della frutta migliore e scontare il miglior prezzo, è costretto a fare il giro in orari impossibili dei vari punti vendita; i produttori che, non essendoci strutture adeguate, preferisce vendere il prodotto alla prima occasione o conferirlo alle due cooperative.
Il cittadino che è il consumatore finale finisce per pagare un “bene” di prima necessità a prezzi maggiori degli altri luoghi.
«Non credo che sia un problema di mafia, quanto invece una carenza di interessi verso i cittadini da parte dei politici, che sottovalutano il problema. Questo mi è sembrato di cogliere dagli incontri che ho avuto con consiglieri comunali ed amministratori» – afferma il segretario Selinunte.
Ai disagi sinora evidenziati, vanno aggiunti la carenza di controlli sanitari sui prodotti, ed il grave stato di disagio in cui versano i nostri produttori.
Il risultato finale è che un prodotto pagato 50 centesimi al produttore arriva ad essere venduto al minuto anche 3 euro. A questo punto sorge spontanea una domanda: come mai Trapani, nonostante il grande bacino di consumatori (oltre 120.000 abitanti comprendendo i Comuni limitrofi), non ha un Mercato ortofrutticolo all’ingrosso comunale?
E’ solo questione di “apatia” e “disinteresse” o dietro ci stanno “interessi” ed “equilibri” che non vale la pena infrangere, o si ha paura? Se non è problema di mafia o di interessi particolari, perché si permette a pochi operatori di fare il bello ed il cattivo tempo a danno degli agricoltori?
E dire che l’interland trapanese comprende centinaia di produttori agricoli di ortaggi, verdure, melloni, di aglio, di fragole e frutta. Strana città Trapani: manca di servizi pubblici essenziali, ma s’impegna ad organizzare regate veliche!
Mimmo Scarcella