Regionali: Politica malata, Partiti solo contenitori, che fare?

La politica della poltrona

Ci sono, secondo me, due maniere di fare politica. Una che potrei definire “sana” ed un’altra che, al contrario, potrei definire “malata”.

La politica sana

Nel primo caso, delle persone, delle associazioni o dei partiti si confrontano per un tempo sufficientemente lungo su una comune visione dei problemi della società e assieme individuano delle ipotesi di soluzione ai suddetti problemi.

A termine di questo percorso, individuano dei soggetti che più d’altri posseggono storie coerenti e rappresentative rispetto alle soluzioni proposte e li candidano al voto della popolazione.

La politica malata

Nel secondo caso, al contrario, dei soggetti decidono che sia giunta l’ora del proprio “salto” nel mondo della politica, perché ritengono di possedere buone capacità d’aggregazione che vanno messe “a frutto”.

A questo punto, individuano il “contenitore” partitico più adatto alle proprie aspirazioni: che sia sufficientemente robusto da assicurare il superamento della soglia elettorale di sbarramento (oggi 5%) e che non preveda al proprio interno avversari – si proprio avversari – che abbiano maggiori capacità di “aggregazione”.

La politica oggi

Bene, noi ci troviamo – e da tempo pure – in un mondo dalla politica malata.

I risultati ottenuti da tali soggetti “aggregatori” – una volta eletti – ci inducono a rilevare che un sistema così non funziona.

Il disagio sociale ed economico di ampi strati della popolazione, l’ambiente e il territorio inquinati, le tutele della salute, dell’educazione e della vecchiaia che non sono curate a sufficienza, la sicurezza sociale e la pace che sono tutt’altro che raggiunte forniscono il senso del fallimento di questa “politica”.

E qua non faccio distinzioni fra cosiddetta Destra e cosiddetta Sinistra.

Le elezioni regionali siciliane

Anche per queste elezioni regionali siciliane, di prossimo svolgimento, nulla cambia rispetto a questo sistema.

Spuntano dal nulla liste come “funghi”, e poi spariscono, e si presentano soggetti “aggregatori” più o meno “nuovi” che però saltano dall’ipotesi di candidatura in un “contenitore” a un altro alla ricerca di quello “giusto”.

Qualcuno possiede chiare capacità d’analisi dei problemi, però?

Qualcuno ha capacità d’andare oltre gli “slogan” e i “mono-vocaboli” (“sviluppo” è il più gettonato) e proporre programmi (se ne lamenta pure TP24.it) soluzioni serie, concrete e durature?

Qualcuno dice con quali risorse finanziarie perseguire tali soluzioni?

Qualcuno di chi propone idee è “credibile” oppure ha già avuto una presenza insignificante o poco coerente dentro il Parlamento Siciliano?

Qualcuno possiede la capacità e la volontà di far partecipare altri soggetti al dibattito politico?

Poniamoci queste domande e diamoci delle risposte. Poi decidiamo, come cittadini-elettori, che fare.

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