Scandolo Asili Nido: Nino Laudicina in mano al CCD

TRAPANI, 19 SET 2003 – «Mario Toscano, personaggio chiave di tutta la vicenda relativa all’assegnazione alla cooperativa “Giustizia Sociale” della gestione degli asili nido del Comune di Trapani, ha patteggiato in precedenza una condanna, con la condizionale, ad un anno. Anche il presidente della cooperativa Claudio Meloni, e l’ex funzionario comunale Filippo Sparla hanno patteggiato precedentemente delle condanne, beneficiando della sospensione condizionale».

Questo il quadro processuale ricordato da Giacomo Di Girolamo sul Giornale di Sicilia di stamani. L’ex-sindaco Nino Laudicina, e gli ex-assessori Giuseppe Scalabrino e Salvatore Bonfiglio, assieme al segretario generale del Comune Antonio Galfano, hanno scelto, invece, la via del processo.

«Il sindaco Nino Laudicina era in mano al CCD. Quando i consiglieri del CCD chiedevano qualcosa, doveva essere fatto», ha dichiarato in aula Vito Conticello, ex assessore all’ecologia, «che fu arrestato nell’ottobre del 2000 colto con le mani nel sacco di una tangente di 5 milioni di lire».

Il giornale riporta come, nell’ultima udienza, ha deposto «il dirigente Francesco Guarano, la cui moglie, Nicoletta Cappello, avrebbe avuto affidato il servizio di pediatria negli asili».

La vicenda “Asili Nido” con le assunzioni pilotate politicamente, che è costata il posto di sindaco al dott. Nino Laudicina, è la madre di tutti i clientelismo ed i nepotismi. La vicenda della moglie del dirigente non è isolata: il giornale ricorda «Piero Savona avrebbe dichiarato di essere stato avvicinato da Sparla e Bonfiglio per segnalare un nominativo da inserire nella cooperativa ma che, dopo averlo fatto, lo aveva ritirato; Briale e De Santis, che sarebbero stati avvicinati da Toscano, avrebbero indicato, invece, rispettivamente, la moglie e la cognata di un amico; Giovanni Salone la figlia di un amico».

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