Torre Carosio: Venduta, ma era inalienabile

Il motivo è presto detto. Era accaduto che il 17 ottobre 2006 l’architetto Silvio Manzo, della Soprintendenza BB.AA. di Trapani, aveva scritto una nota al Comune nella quale, dopo aver premesso che «si apprende da Organi di stampa (La Voce Indipendente, NdR) una notizia secondo la quale codesta amministrazione avrebbe venduto all’asta, l’antica Torre Carosio e vincolata come bene monumentale sin dal 1913», chiedeva «se corrisponde al vero la notizia della loro vendita».

Potrebbe finire nelle aule di Tribunale il caso della Torre Carosio venduta, improvvidamente, dall’Amministrazione Fazio lo scorso ottobre 2006. A minacciare di «adire alle vie legali» è l’avvocato Aldo Verro, per conto del proprio cliente dott. Vincenzo Verro.
Il Dott. Verro, dopo aver partecipato all’asta indetta dal Comune di Trapanied essersi aggiudicato definitivamente l’acquisto di un lotto descritto come «immobile sito in via Carosio» ed aver versato il prezzo non ha, infatti, ottenuto il passaggio di proprietà.
Il nostro giornale, infatti, aveva denunciato l’irregolarità della vendita: si trattava di un bene facente parte del patrimonio storico cittadino e quindi vincolato. Lo stesso sindaco Fazio, all’inizio, aveva personalmente risposto (lettera n. 9172 del 24 ottobre 2006) all’arch. Manzo spiegando che per lui non si trattava della Torre Carosio bensì di semplici «appartamenti da sempre destinati ed utilizzati per civile abitazione» e che, comunque, l’immobile si trovava in «avanzato stato di degrado» con «conseguente pregiudizio per la pubblica incolumità» (e come poteva essere diversamente dato che l’immobile aveva 8-9 secoli d’età!).Dopo che gli atti, e la “mala figura”, erano divenuti palesi Fazio aveva passato la penna all’ing. Antonino Candelache, il 9 febbraio 2007 scriveva che «della esistenza del vincolo si è avuta doentazione solo nel corso di un incontro tenuto personalmente dallo scrivente e dal segretario generale del Comune, nel novembre scorso, presso l’Ufficio del Soprintendente del BB.AA. di Trapani».

L’ing. Candela, in sostanza, poi, confermava che gli immobili posti all’asta erano, in realtà, «inalienabili con la conseguenza che la procedura ad evidenza pubblica posta in essere per la loro dismissione sia da ritenere invalida e nulla».

Per l’avv. Verro, quindi, la vendita «non è stata oggetto di ponderata considerazione la natura demaniale dei beni … e l’aver posto in vendita immobili demaniali costituisce atto antigiuridico, foriero di gravi responsabilità patrimoniali».

L’avvocato, quindi, chiede che si formuli una «congrua e seria proposta transattiva onde evitare una lite giudiziaria».Chissà se, come sempre, a pagare sarà Cappiddazzu.

 

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