Trapani, Frazioni: Servizi ed Autonomia negata

Trapani, 19 gennaio 2012 – Ancora, una volta, come cinque anni addietro, a Trapani gli strumenti di democrazia partecipata saranno calpestati.

L’art. 58 dello Statuto comunale parla chiaro. E prevede che “Il territorio del Comune si articola in Circoscrizioni, in modo da conseguire una efficace e razionale partecipazione dei cittadini all’amministrazione del Comune attraverso i consigli di circoscrizione quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione di servizi di base”.

Tuttavia, nel maggio 2012, come nel maggio 2007, nonostante – all’epoca – l’intervento della Prefettura di Trapani, sollecitata dal Partito Umanista –, ancora una volta, non si andrà a votare per eleggere i “consigli di circoscrizione”, o di quartiere che dir si voglia.

E nel silenzio dei politici di regime e dei media a loro disposizione.

Come cinque anni fa, il Comune di Trapani non ha provveduto alla redazione del “Regolamento” che definisca “l’ambito territoriale e la consistenza numerica delle circoscrizioni, comunque non superiore a due, la loro organizzazione interna, le funzioni attribuite e le modalità di esercizio delle stesse”.

La colpa, all’epoca, come oggi, è tanto dell’Amministrazione Fazio – che da quasi undici anni governa con una maggioranza “bulgara” la città di Trapani e che, probabilmente, al “decentramento” dei poteri non è interessata – che non redige e predispone il “Regolamento” da sottoporre al Consiglio comunale per l’eventuale emendamento e l’approvazione, e tanto dei politici di “opposizione”, tanto il PD, quanto Italia dei Valori, o i “Socialisti” che tale “Regolamento” non sollecitano.

E che non si parli di “costi della politica”, in proposito. Perché il nostro Statuto, all’art. 59, è chiaro: “Ai componenti dei Consigli di Circoscrizione non compete alcuna indennità, né gettone di presenza per l’espletamento del proprio mandato. Sono altresì esclusi rimborsi spesa a qualunque titolo”!

MISILISCEMI CHIEDE AUTONOMIA PER LE FRAZIONI SUD

In tutto questo disinteresse è naturale che movimenti quali quello denominato “Misiliscemi” e promosso da Salvatore Tallarita denuncino – vedi Giornale di Sicilia del 5 gennaio 2012, articolo a firma Antonio Trama – come “la qualità delle frazioni a sud del capoluogo è ferma a trenta anni addietro” e si battano, direttamente, “per l’indizione del referendum per la costituzione di un Comune autonomo” (denominato Misiliscemi e costituito dalle frazioni di Fontanasalsa, Guarrato, Rilievo, Locogrande, Marausa, Palma, Salinagrande e Pietretagliate).

Tallarita ed il suo Comitato, “da oltre un anno, ha avviato la raccolta di firme” per ottenere un “referendum per l’autonomia amministrativa delle contrade”. Non è possibile, e qui Tallarita ha ragione, sentirsi dire da un sindaco – Fazio, ndR – che “il territorio è molto vasto e che bisogna amministrarlo con le risorse disponibili”.

La “scusa” che sia vasto non vale per non dedicarsi ai quartieri periferici (Bronx, Cappuccinelli, Rione Palme) ed alle frazioni. Se la Città di Trapani non è in grado di dare i servizi alle frazioni, anziché parlare a sproposito di “Grande Città” e magari mandare a gambe all’aria anche Erice, che dia loro l’autonomia amministrativa. O i “Consigli di quartiere” – con tanto di bilancio a disposizione – o la possibilità di un Comune autonomo.

E l’ultima “campana” affinché queste aree non vengono abbandonate definitivamente a favore della Città, con tutte le conseguenze immaginabili.

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