Rifiuti: Aspettiamo una vera differenziata da due generazioni

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Dal 2020, in Sicilia non si potranno realizzare nuove discariche. Cosa succederà nella nostra regione se il recupero dei rifiuti ancora non funziona correttamente nonostante siano trascorsi dodici anni dalla prima legge nazionale di riordino del settore?

E’ stata l’emanazione del decreto legislativo n. 152 (1) il primo passo, in Italia, per l’avvio di una rivoluzione culturale che doveva condurre a una maggiore attenzione sulla produzione e smaltimento dei rifiuti.

Era l’anno 2006 e il nostro Paese finalmente recepiva numerose Direttive Europee in materia di tutela dell’ambiente.

In particolare, l’art. 178 del decreto stabiliva il principio che «I rifiuti devono essere recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza … recare pregiudizio all’ambiente».

In attuazione di questo principio, «le pubbliche amministrazioni perseguono iniziative dirette … alla riduzione della produzionedei rifiuti» e, in subordine, «al recupero dei rifiuti … e riutilizzo … [come] materie prime secondarie, nonché all’uso di rifiuti come fonte di energia».

Conseguentemente «i rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti», e comunque smaltiti in impianti il «più vicini ai luoghi di produzione o raccolta, al fine di ridurre i movimenti dei rifiuti stessi».

In sintesi il cittadino sarebbe stato chiamato a svolgere un ruolo attivo nella tutela del proprio ambiente di vita: non poteva più abbandonare con leggerezza i propri rifiuti dentro un sacchetto.

La Sicilia, per il suo particolare statuto, è più volte intervenuta con l’approvazione di proprie leggi per provare a dare concreta applicazione ai principi e alle norme nazionali.

In particolare, con l’art. 45 della legge 2/2007 stabilì percentuali minime da raggiungere in maniera crescente fino a raggiungere il 60% di raccolta differenziata nel 2010.

Si trattava di un obiettivo palesemente irrealizzabile e infatti, sopraggiunge l’art. 9 della legge 9/2010, a spostare tale obiettivo al 2015 (elevandolo nel contempo al 65%).

Quest’ultima norma stabiliva inoltre che, dal 2020, non si potessero realizzare più nuove discariche.

Ancora nel 2018, a due anni dalla scadenza del limite legislativo all’uso delle discariche, né le Amministrazioni comunali né i cittadini hanno fatto tutto quanto nelle proprie possibilità per attuare i principi europei che sono datati 15 luglio 1975 [ Direttiva 75/442/CEE (2) poi aggiornata dalla Direttiva 91/156/CEE, (3) ].

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