Italia, xenofobia: Stampa araba allarmata dal nuovo governo

di maio il mio voto conta

L’Italia s’è messa un cappio al collo e la Germania la saluta con un “Ciao, amore”.

Questa la copertina del periodico tedesco “Der Spiegel”.

Der SpiegelChe in Germania non abbiano apprezzato la nascita del nuovo governo italiano “giallo-nero” è cosa risaputa e pure facile da comprendere.

Che le preoccupazioni abbiano varcato anche il Mediterraneo invece, forse, lo sanno in pochi.

« L’Italia vira pericolosamente a destra, verso l’estrema destra xenofoba e islamofoba », scrive il 2 giugno l’algerino “El Watan” in un articolo che titola « I populisti s’istallano al potere in Italia ».

Il giornale lancia un grido d’allarme: « nel loro programma sta scritto che gli immigrati residenti in Italia da anni, anche da decenni, [perderanno] l’assistenza sociale ma dovranno continuare a pagare le tasse ».

« Una grave ingiustizia » – secondo “El Watan” – che creerebbe un vero e proprio « apartheid ».

Per gettare legna sul fuoco, il giornale riporta dichiarazione attribuita a Matteo Salvini: « l’Islam è una legge, non una religione » e l’annuncio del blocco della costruzione di moschee in Italia.

El WatanIl giornale tunisino “Realites”, sempre il 2 giugno, invece sottolinea l’annuncio del ministro dell’interno Matteo Salvini, d’imporre agli Imam la « preghiera in italiano » e di espellere 500.000 immigrati senza documenti.

Toni che potrebbero accendere il mondo arabo.

C’è chi, da tempo, ha lanciato un avvertimento: «Coloro che abbracciano il jihad – spiega il settimanale popolare “Donna Moderna” – … cercano il loro posto nel mondo, ma vengono rifiutati. L’Islam radicale fa leva su questo disagio e diventa attraente».

Le politiche discriminatorie e securitarie dall’alleanza “giallo-nera” Lega Nord-Cinque Stelle potrebbero avere l’effetto opposto a quello annunciato.

Se l’Italia si è sinora salvata da attentati terroristici, in futuro la “radicalizzazione” dei soggetti emarginati nel nostro Paese potrebbe infrangere anche questo “tabù”.

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