Bilancio Partecipativo chi? Quello dell’Italiano medio?

Milano, la Milano del tanto bistrattato sindaco Giuliano Pisapia, vara il “Bilancio Partecipativo”, unica fra le grandi città italiane.

Bilancio Partecipativo «“Conto, Partecipo, Scelgo” è il nome del progetto che consentirà di decidere insieme ai cittadini gli interventi da inserire nel Bilancio 2015», così si legge nel sito internet del Comune di Milano.

«L’Amministrazione mette a disposizione nove milioni di euro in conto capitale, cioè per opere pubbliche», spiega, ancora, il comunicato stampa. In particolare il Comune è diviso in nove “Zone” (ovvero in nove Consigli di Circoscrizione), ed ogni “Zona” avrà il suo milione di euro a disposizione per le opere del proprio quartiere.

Bilancio PartecipativoA solo titolo esemplificativo, spiega una brochure appositamente predisposta dal Comune di Milano potranno essere progettati «nuovi asili nido, biblioteche,gli interventi di manutenzione straordinaria delle strade e delle scuole comunali, le attrezzature per le scuole e gli arredi per i parchi».

Secondo la stessa brochure, col “Bilancio Partecipativo”, da un lato «i cittadini hanno un’occasione di formazione civica per conoscere meglio gli strumenti amministrativi con cui vengono prese le decisioni sull’area in cui vivono, studiano o lavorano» e, dall’altro, «l’Amministrazione ha l’occasione di ascoltare le priorità espresse dai cittadini e può, almeno in parte, condividere con loro le scelte di governo del territorio». In parole povere è una opzione dove tutti vincono, dove tutti hanno «un’occasione di apprendimento reciproco».

Qui è possibile scaricare la Brochure integrale: [attachments template=small include=”5902″]

valori Italiano medioGiuliano Pisapia, in questo video spiega il “Progetto” partecipativo.

V’immaginate una cosa del genere a Trapani? Un “Bilancio” discusso e partecipato da una cinquantina di persone, mentre il resto sarebbe impegnato in spiaggia a dibattere dei grandi temi loro propinati dalla televisione di regime, nazionale e locale.

Perché, purtroppo, buona parte dei trapanesi, oltreché stare davanti uno schermo televisivo non possono andare. Sfogliare un bilancio, leggere una delibera sono sforzi impossibili per un popolo di “teledipendenti”, un popolo di “italiani medi”.

Potrebbero interessarti anche...