Ci odierai, ma vogliamo svegliarti lo stesso dal tuo sonno!

Il Gruppo di Città a Misura d’Uomo

La Sicilia, e com’essa anche Trapani, è perfetta, per il Popolo, «è da tutti ammirata e invidiata».

Siamo un Popolo di ciechi che s’affida ai prepotenti, in realtà. Un Popolo con un «senso di superiorità che barbaglia in ogni occhio, che noi stessi chiamiamo fierezza, che in realtà è cecità». Così definisce, infatti, i siciliani Tomasi di Lampedusa nel romanzo ”Il Gattopardo”.

E’ possibile dar a lui torto?

Ryanair ed Erasmus, le occasioni perdute

I voli che la compagnia aerea Ryanair, a caro prezzo, ha messo a disposizione sì ai turisti ma, soprattutto, ai trapanesi che avessero voluto visitare Paesi e Città nazionali o straniere, non sono stati adeguatamente sfruttati.

Si sono visitati chiese, musei e ristoranti in Centro e non osservata le vita, e l’organizzazione, delle Città.

Lo stesso inutili sono risultati i vari progetti Erasmus fruiti, all’estero, dai nostri studenti. Queste esperienze sono arrivate troppo tardi: «bisogna però farli partire quando sono molto, molto giovani: a vent’anni è già tardi; la crosta è già fatta, dopo: rimarranno convinti che il loro è un paese come tutti gli altri, scelleratamente calunniato», spiegava Don Fabrizio nel “Gattopardo”.

I siciliani sono vanitosi e vogliono il sonno

Il Gattopardo

«I Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti: la loro vanità è più forte della loro miseria; ogni intromissione rischia di turbare la loro compiaciuta attesa del nulla».

«Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare», insiste Don Fabrizio.

«… Da ciò proviene il prepotere da noi di certe persone, di coloro che sono semi-desti» di coloro che hanno «la facoltà d’ingannare sé stessi, … requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri».

Il ruolo di Città a Misura d’Uomo

Giuseppe Marascia illustra idee Movimento

Oggi Noi della Lista Civica “Città a Misura d’Uomo”, proviamo, forse pieni d’arroganza in ciò, a destare il nostro Popolo, a spiegare loro che sono stati ingannati da coloro che li ha governati, da coloro che hanno amato, e che rischiano d’essere ingannati da altri che urlano vuoti slogan populisti.

Sappiamo che il nostro compito è ingrato, anzi certamente impossibile, ma non vogliamo dire – a nostri figli – che Noi non ci abbiamo provato; vogliamo avere la coscienza a posto.

Ricordiamo bene, però, le parole di Don Fabrizio: «Crede davvero Lei, Chevalley, di essere il primo a sperare di incanalare la Sicilia nel flusso della storia universale? Chissà quanti imani mussulmani, quanti cavalieri di re Ruggero, quanti scribi degli Svevi, quanti baroni angioini, … hanno concepito la stessa bella follia; e quanti viceré spagnoli …? La Sicilia ha voluto dormire, a dispetto delle loro invocazioni; perché avrebbe dovuto ascoltarli se è ricca, se è saggia, se è onesta, se è da tutti ammirata e invidiata, se è perfetta, in una parola?».

Sì, «non c’è niente da fare» sostiene, in conclusione, Don Fabrizio nel “Gattopardo”.

Non c’è niente da fare, ma prova anche Tu ad avere la coscienza a posto, a poter dire io almeno ho scelto il cambiamento, ho scelto per delle idee che ritengo concrete, condivisibili, utili e realizzabili; non per il politico di professione che però si dice sempre nuovo e si occupa del nulla [leggiFazio e Salone in guerra contro la macchinetta del caffè“, ad esempio], non per coloro che urlando che è tutto sbagliato ma sono solo dei filo guidati da senatori vanagloriosi e da barbuti miliardari [ostinatamente contro democrazia e partecipazione come puoi leggere inCircoscrizioni: con un solo voto di scarto la Regione le abolisce“].

Scegli i nostri candidati, scegli di vivere in una “Città a Misura d’Uomo”. Potremmo, quelli che vogliono il cambiamento, essere di più di quello che crediamo. Allora sarebbe un’altra storia.

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