LA NUOVA CHIESA: PIU’ PARATI E OBBEDIENZA

Image

Francesco Miccichè

TRAPANI – Sabato 29 agosto è stato presentato il piano pastorale 2009/2010 che ha per titolo "Voi siete il Corpo di Cristo. La Chiesa dalla carità, la carità nella Chiesa". Alcune dei punti sono stati evidenziati in una nota di M.Chiara Ippolito per l’Agenzia SIR. In particolare, scrive l’Ippolito, “per mons. Miccichè, solo un approccio sorridente e cordiale può distogliere dalla difficoltà d’approccio e dai pregiudizi presenti in molti nei confronti della realtà ecclesiale”.

Il Vescovo, inoltre, inviterebbe la Chiesa a puntare sulla “Comunicazione di sé. Dal punto di vista pastorale la comunicazione di sé rappresenta il compito educativo della nostra Chiesa – dice mons. Miccichè – ma implica anche il grande sforzo che la nostra Chiesa particolare fa da alcuni anni di far conoscere la sua vita interna, le sue iniziative, attraverso l’ufficio stampa e la rete diocesana”

Comunicazione è anche, immagine. E mons. Francesco Miccichè, sostiene, per quanto è comprensibile dalla nota apparsa sul sito della Diocesi, che occorre “considerare pastoralmente rilevante la cura e il decoro dei luoghi sacri, la valorizzazione dei parati, della suppellettile e degli ambienti, in cui si svolge la vita delle nostre comunità”.

La comunicazione deve essere solo positiva, naturalmente per il Vescovo di Trapani, e pertanto è indispensabile che non si esprimino posizioni dissenzienti sull’operato della Curia. Senza, insomma, “Collaborazione”. In definitiva, per Miccichè, occorre contribuire “direttamente alla costruzione del corpo ecclesiale accogliendo incarichi, servizi, ministeri e mettendo a servizio di tutti il dono che il vescovo ritiene utile per la Chiesa", mettendo da lato il “nostro egoismo” e, al contrario, esprimendo “un atteggiamento obbedienziale, di totale disponibilità a lasciarsi plasmare dall’azione dello Spirito per il bene della Chiesa”.

A proposito di “buona comunicazione” e di “approccio sorridente”, troviamo utile segnalare – per chi non lo sapesse – che il vescovo di Trapani, mons. Miccichè, è uno dei pochi (unico?) vescovo in Italia di cui si ha notizia d’aver querelato un giornalista, il concittadino Nicola Rinaudo.

Sul social network FaceBook è pure nato un Gruppo che ha per scopo quello di esprimere solidarietà al collega Rinaudo: “Il 13 febbraio 2009 il GIP di Trapani ha deciso … per il rinvio a giudizio di Nicola Rinaudo, direttore di EXTRA a seguito della denuncia presentata dal vescovo di Trapani Mons. Francesco Miccichè, per gli articoli pubblicati nel mese di marzo 2008 sul n. 52 di EXTRA”.

Scrive Beppino Tartaro, fondatore di questo Gruppo, su FaceBook, ancora: “Riteniamo corretto civilmente appoggiare e sostenere Nicola Rinaudo perché la sua battaglia per la libertà di idee deve essere la battaglia di tutti perché a Trapani ma anche in Italia non prevalga la paura e non vinca il bavaglio all’informazione che, prescindendo dalle idee politiche, deve esser libera di esprimersi”.

Letto ciò ci verrebbe di domandare al vescovo di Trapani: come concilia il querelare la gente con la “buona comunicazione”? Come non avere dei pregiudizi nei confronti della Curia di Trapani se questa manda in Tribunale la gente, piuttosto che discutere con amore?

Potrebbero interessarti anche...