LI MULI, L’ARTISTA DIMENTICATO

TRAPANI – Chi compie il religioso dovere di far visita ai morti nel giorno della commemorazione dei defunti, può imbattersi, occasionalmente, con tanti monumenti e cappelle signorili che rappresentano il potere economico e sociale della famiglia e chi riposa in un loculo abbandonato, nonostante i suoi meriti artistici e sociali. A me è capitato di posare lo sguardo su un nome noto alla cittadinanza ma privo di una semplice lapide che ne ricorda degnamente la sua opera e la sua longevità: il maestro palermitano, trapanese di adozione, Domenico Li Muli.

È strano che un artista che ha insegnato a tante generazioni di giovani studenti ed ha donato all’Amministrazione provinciale settanta suoi lavori tra bozzetti, disegni, acquarelli, le cui opere scultorie sono visibili a tutti, ricordiamo la “Fontana del Tritone” in piazza Vittorio Emanuele, il gruppo dei Misteri “La sollevazione della Croce”, il monumento bronzeo della Sig.ra Asta e dei suoi due figlioletti vittime della mafia, un maestro cui è stata intitolata la galleria d’arte a piano terra del Palazzo Riccio di Morana, oggi, a distanza di cinque anni dalla sua morte, sia stato abbandonato dalla cittadinanza e, non solo il suo loculo non è ricoperto da una degna lapide di marmo ma, è privo di un fiore, segno di riconoscenza.

Ricordiamo che il grande artista era nato l’8 luglio del 1902 e morì ultracentenario nel 2003. Un po’ di rispetto almeno per chi ha raggiunto il traguardo della veneranda età.

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