Misiliscemi: Uno sfogo fra regole ed equità

TRAPANI, 6 OTT – Un duro sfogo, quello di Salvatore Tallarita, presidente dell’associazione “Misiliscemi” che, da anni, si batte per dare dignità alle frazioni a sud di Trapani, oggi con servizi al minimo e ridotte a mera riserva di voti per i politici locali.

Lo sfogo, Tallarita, l’ha consegnato in un comunicato diffuso, negli scorsi giorni, agli Organi di stampa.

Il presidente di Misiliscemi prende spunto, per la propria denuncia, dalle procedure in corso per la demolizione di diversi immobili delle frazioni, abusivi e non sanabili in quanto realizzati a meno di 150 metri dal mare.

Salvatore Tallarita, non contesta, assolutamente le regole: «Le regole nascono con la democrazia e servono a dare una linea di riferimento tra i membri di una comunità; più queste regole sono rispettate più elevato, è il grado di civiltà di una comunità».

Tallarita, invece, contesta l’ingiustizia, l’iniquità. «Io penso – scrive – che abbiamo vissuto in assenza di pianificazione (quindi di regole) per permettere un utilizzo del territorio ad uso e consumo di pochi. Poi per apparire difensori della legge, ci si scaglia con chi in maniera sconsiderata ha costruito entro la fascia dei 150 metri dalla battigia, perché in Sicilia, che siamo più bravi, i trenta metri, come nel resto d’Italia, erano pochi».

«Abbiamo visto interi quartieri residenziali nascere la dove non dovevano (vedi il quartiere di villa Rosina), ma urbanizzarli di corsa per permettere una ulteriore speculazione, ma con le regole e nelle regole, ho detto di corsa perché, in tutte le contrade a sud di Trapani che esistono da almeno due secoli, ancora, se togliamo le strade, non si sono realizzate le opere di urbanizzazione».

«Abbiamo visto realizzare impianti speciali importanti, (depuratore e dissalatore, stranamente vicini fra loro e praticamente confinati con le saline di Trapani che oltre a essere riserva naturale sono ancora in piena attività) la dove non dovevano, in barba a tutte le regole da parte di quelle istituzioni che dovrebbero essere il segno tangibile del rispetto della legge».

Per Tallarita si tratta di semplici “riflessioni”, di un “sfogo”, ma, a leggerla bene, ci appare evidente che qualcuno si faccia «forte con i deboli in virtù di leggi sbagliate, e deboli con i forti, non vedendo come si era arrivati a quelle regole».

Ma esiste una soluzione, che sia equa, legale, quando si parla di abusivi e di “sanatorie” ex-post? L’on. Paolo Ruggirello da anni si propone di trovare il consenso per una legge regionale che eviti l’abbattimento delle case abusive e per un loro utilizzo “alternativo” (?).

Chi pensa, invece, a tutelare chi, nel rispetto delle regole, si trova, invece, a non aver proprio costruito e vedersi il proprio lotto di terra, ora senza valore, inserito fra quelle ove realizzare opere di urbanizzazione?

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