Morace: L’Autorità Portuale danneggia gli Operatori

Trapani, 9 settembre 2005 – Vittorio Morace, presidente dell’Ustica Lines, la compagnia di navigazione che gestisce il trasporto veloce verso le isole Egadi, lo definisce «balzello». Si tratta dell’imposta di 50 centesimi sul costo di ogni singolo biglietto entrata in vigore all’inizio della stagione estiva e che ora i vertici dell’Autorità Portuale reclamano all’incasso.

Si tratta di una «ulteriore mortificazione per i privati che provano a fare impresa nel territorio», spiega Morace, secondo quanto riportato da Mario Torrente sul “Giornale di Sicilia” del 9 settembre 2005. Lo sfogo di Morace è pesante: «Se vogliono che ce ne andiamo – conclude il presidente – che ce lo dicano chiaramente, così avremo un buon motivo per farlo», riporta ancora Torrente.

Ma di cosa si tratta? L’Autorità Portuale di Trapani per sovravvivere, per pagare le indennità al suo presidente, le parcelle ai suoi consulenti, gli stipendi ai suoi impiegati, per sostenere le altre spese di gestione di un ufficio, ha bisogno di soldi. I soldi li devono versare, sostiene, gli operatori portuali. In questo caso con una tassa di 50 centesimi per ogni passeggero trasportato.

«Se applichiamo la tassa, aumentando di conseguenza il prezzo dei biglietti, richiamo di perdere passaggeri, visto che la Siremar ha lasciato invariate le sue tariffe, facendosi carico dell’imposta perchè coperta dai contributi pubblici dello Stato», spiega quindi il patron dell’Ustica Lines, Morace.

Il deputato regionale Camillo Oddo (DS) prende le parti di Morace: «L’Autorità chiede attraverso le tasse, ma non riesce a dare un solo servizio».

Se quello che affermava Oddo era vero, perchè, allora, questa insistenza da parte di certuni per ripristinare l’Autorità Portuale a Trapani?

Ma c’è anche una domanda che rivolgiamo all’Ustica Lines. Se la tariffa del trasporto da Trapani a Favignana è 6,40 euro, perché il biglietto in realtà costa 11,60? Perchè la Compagnia di Navigazione deve incassare, per conto del Comune, la tassa di ingresso di 1,50 euro? Perchè deve addebitare ai clienti un ulteriore “diritto di prevendita” di 1,50 euro? E cosa sono, in dettaglio, le “tasse diverse” per 2,20 euro che ancora oggi vengono addebitate ai passeggeri?

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