NetWork: In provincia i Movimenti si mettono in rete

Network Marsala
Movimenti civici e associazioni di cittadini, assieme, per costruire assieme un Cambiamento, vero e durevole, questo vuole essere “NetWork”, il “contenitore” politico presentato ieri.

Network marsala Domenica pomeriggio l’atrio di palazzo Fici, a Marsala, era colmo. Al centinaio di persone accomodati nelle seggiole poste lì dall’organizzazione, facevano contorno almeno altrettante.

Era palpabile l’attenzione nei confronti degli oratori che, uno dopo l’altro, con interventi brevi ed efficaci, simili e diversi, si alternavano a parlare.

L’aspettativa per la nascita di questo Network, di questa Rete di associazioni di cittadini e di movimenti civici era evidente.

Erano presenti rappresentanti di Castellammare (con “Cambiamenti”), Alcamo (con “ABC – Alcamo Bene Comune”), Petrosino (con “Cambia Petrosino”), Salemi (col circolo “Peppino Impastano”), Gibellina, e il “Laboratorio di Buona Politica” di Marsala.

L’obiettivo del Gruppo “Network” è «la creazione di un contenitore di idee, buone pratiche e proposte politiche per valorizzare e sviluppare il territorio». Il nucleo fondativo è aperto ad ulteriori adesioni, e proprio ieri – dopo 400 chilometri di strada – è arrivata pure una motivata presenza dalla Sicilia orientale, col movimento “Cambiamento Pachino”.

Cosa s’è detto ieri, in particolare?

Network Marsala Intanto che chi aderirà al NetWork «manterrà la propria identità e le proprie caratteristiche».

Intanto che «il cambiamento non è un vestito che possiamo indossare in certe occasioni, ma deve essere una preoccupazione costante», quindi, conseguentemente, che «chi ha governato, massacrando ed abbandonando a se stesso questa nostra terra va mandato a casa».

Intanto che «la politica non è tempo perso», anzi che la «politica è una delle arti più nobili» e che il NetWork non vuole «la nemesi di qualcuno».

Network MarsalaIntanto che il «sapere è necessario come mezzo di consapevolezza», che serve una «rivoluzione culturale», che bisogna liberare le città «dalla gabbia che crea bisogno per sfruttarlo elettoralmente».

Intanto che l’antimafia non si fa a parole, coi proclami, colle intitolazioni, ma «si fa nelle delibere e nei capitolati di gara».

S’è parlato anche di etica, di bellezza, di merito, di legalità. Poco e tanto. Una partenza. Una buona partenza. Il resto si vedrà, camminando e crescendo.

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