PD: PARTITO NATO MORTO.

Mario Buscaino

Mario Buscaino

TRAPANI – Ieri si sono svolti due congressi comunali di due tra i maggiori Partiti, da un lato – nella sede di via Pantelleria – quello del Partito Democratico, dall’altro – nell’anomala sede ericina dell’Hotel Baia dei Mulini – quello dell’UDC. Congressi che dovrebbero essere, per i Partiti, non solo i momenti in cui si “eleggono” la classi dirigenti, ma anche nelle quali i vari “candidati” a ricoprire le cariche di Partito dibattono le varie “tesi”, i vari “indirizzi” programmatici.

Invece, oggi, si sono ridotte ad essere “svuotati” sia dell’uno e sia dell’altro momento, lasciando, in sostanza, solo il “rituale” della “relazione” introduttiva da parte del dirigente “uscente”, del “saluto” del deputato di turno e della “acclamazione” dei dirigenti secondo “liste unitarie” già, in precedenza, predisposte secondo il “manuale cencelli”.

E dire che un Partito si presentava stamani (quello “Democratico”) per la “prima volta”. Ma i due momenti salienti della mattinata sono stati quelli nel quale l’ex-segretario provinciale DS, avv. Dario Safina, ha aperto i lavori con un “Cari democratici e care democratiche, perché così dobbiamo ora chiamarci” mettendo in soffitta il vetusto termine di “compagno” e quando il presidente dell’assemblea ha domandato ai presenti (circa una cinquantina di uomini, in prevalenza, e donne, ma 60 – dieci in più dei presenti – sono stati “eletti” nel pletorico Organo della Direzione comunale) “chi vuole ora intervenire?” e in sala è calato il silenzio.

Intervenuti che volessero aggiungere qualcosa zero! Qualcuno dal tavolo della Presidenza, allora, ha provato a dire qualcosa “a braccio” (Piero Savona, Mimma Arcurio, Rosalba Zagarella) ma si trattava di semplici e demagogiche “chiacchiere”.

Insomma un Partito, quello “Democratico” nasce già morto, un “aborto” oseremmo dire. La novità dove sta, allora? Un uditore a fianco a noi ci ha detto: “la novità sono le donne, sono più imbellettate del passato”. Un ultimo appunto, in sala abbiano contato una sola copia de L’Unità (in mano all’arch. Franco Restivo) poi solo copie di Repubblica e del Giornale di Sicilia. Nessuna de “Europa” il quotidiano dell’ex-Margherita.

Sull’altro “fronte”, quello del Congresso dell’UDC – saletta di Baia dei Mulini, circa 70 persone presenti -, invece, per essere sinceri, si è osservata l’esistenza di un Partito “maturo”, col proprio dibattito, le polemiche, le “dritte” degli anziani, le “proposte” di mozione. Insomma un Congresso coi propri limiti (Stefano Nola ha denunciato di aver saputo da Telesud il nome del Segretario piuttosto che essere stato chiamato ad un dibattito congressuale o pre-congressuale sul tema), ma “vero”.

Interessanti, oltre che le polemiche di Nola contro l’Amministrazione Fazio che ha messo nell’angolo l’UDC – a suo dire – e la sua poco velata “minaccia” di lasciare il Partito (seguito, di certo, ha assicurato, da molti dei presenti), interessante la proposta di La Porta che ha auspicato spazio per la società civile, per coloro che non vestono panni istituzionali, dentro i posti “chiave” del Partito (una sorta di corretta distinzione ed incompatibilità tra le due cariche) e che ha auspicato una scelta “democratica” delle candidature.

Lucida, infine, la valutazione dell’ex-sindaco Erasmo Garuccio che ha evidenziato il pericolo che il Partito Democratico si trasformi in neo-democristiano e occupi lo spazio al “centro” specie qualora l’UDC abbandonasse il proprio simbolo per entrare nel Partito della Libertà.

Il giovane Giorgio Colbertaldo, quindi, ha “attaccato” (senza nominarlo) Stefano Nola accusandolo di non pensare agli interessi del Partito pensando al “passato” e non al futuro (cosa facile a dirsi da parte di uno che occupa la politica almeno da due generazioni…).

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