ROSTAGNO, OCCASIONE PERSA

Mauro ROSTAGNO

Mauro ROSTAGNO

TRAPANI – Perché fu ucciso Mauro Rostagno quel 26 settembre di vent’anni fa? Se lo sono mai domandati gli amici di “Ciao Mauro” che, anno per anno, ci “propinano” delle manifestazioni incentrate sul “culto” dell’uomo Rostagno piuttosto sulle ragioni che portarono alla sua morte e sulle soluzioni affinché queste ragioni non si ripetano? La domanda nasce spontanea a leggere il ricco programma di manifestazioni, quasi tutte fuori luogo, secondo noi, organizzato anche quest’anno.

Qui prodest il “concerto al Bocadillo”, o “il torneo di minivolley under 13, organizzato dalla Federazione italiana pallavolo” o lo stesso “cicloraduno organizzato dalle associazioni ciclistiche Drepanon Bike, Erice Bike e Unione Ciclistica Polizia di Stato”, l’assolo di danza o di chitarra ? Una ricerca di “visibilità” degli organizzatori, contestuale alla mancanza di volontà di “pestare i piedi” a qualcuno?

S’è sempre detto che fu ucciso dalla mafia. Risponderebbe qualcuno. E di qua il dibattito, l’unico di un minimo di interesse della manifestazione, sul tema: “Dall’omicidio Rostagno alla sicurezza in terra di mafia” e non perché c’è, certo, un conduttore dal nome altisonante come Gad Lerner ma perché intervengono il procuratore Antonio Ingroia e il Vice-Questore Giuseppe Linares.

Ma a leggere il titolo dell’incontro ed a sapere dell’invito a parteciparvi di un sindacalista nazionale della polizia di stato viene da chiedersi se il problema è di “sicurezza” e del potenziamento delle strutture e del personale di “persecuzione” dei reati, come fanno credere i promotori, ovvero altro.

Rostagno sarebbe stato ucciso, come tanti altri giornalisti in Sicilia, perché parlava o scriveva troppo? Magari perché parlava del “malaffare” dentro le istituzioni? Ed allora perché manca il tema del “giornalismo d’inchiesta”, della libertà e dell’indipendenza dell’informazione, della trasparenza della pubblica amministrazione? Perché chi tenta di fare "informazione indipedente" è lasciato solo?

Si sarebbe potuto parlare del nuovo “giornalismo partecipativo” tramite il web. Di Current TV o di YouTube. Del caso del blog di Carlo Ruta oscurato e della condanna per stampa clandestina dello stesso. Della legge sulla stampa e dell’utilità, o meno, dell’Ordine dei giornalisti. Si sarebbe potuto parlare della stampa, anche locale, legata, per motivi di collegamenti politici o economici dell’editore, al “potere”, dei giornali-fotocopia e del copia ed incolla dei comunicati stampa. Si sarebbe potuto parlare della querela come nuovo strumento “mafioso” di condizionamento del redattore.

Si sarebbe potuto lanciare un progetto di stampa, e soprattutto editoria, “partecipata”. Di un progetto di legge di riforma della legge sulla stampa che liberalizzi l’editoria libera (e senza “grana”) dai “lacci” del direttore-giornalista, (c’è una proposta di abolizione da parte di Beppe Grillo, in proposito) o di riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa.

Di tutto questo che, secondo noi, si sarebbe potuto – e dovuto – fare nulla. Solo sfilate. Per questo contestammo, tempo fa, la raccolta di firme per il prolungamento delle indagini sull’omicidio, per questo contestiamo questa nuova inutile manifestazione.

Cos’è cambiato a Trapani in 20 anni? Mauro sarà vivo solo quel giorno che non ci sarà più bisogno d’un “pazzo” Rostagno.

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