UN AVVOCATO PER DIFENDERSI DALL’AVVOCATO

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Palazzo D’Alì

TRAPANI – Il Comune di Trapani, con delibera di Giunta n. 180 del 29 luglio 2008, ha dato incarico all‘avv. Carmela Santangelo di rappresentarlo nel procedimento civile promosso innanzi al Tribunale di Trapani dall’avv. Diego Maggio. L’avv. Maggio chiede all’ATO Idrico n. 7 di Trapani, del quale il Comune è socio (e pertanto sarebbe soggetto, pro-quota, a pagare le spese in caso di “sconfitta legale”, ndr) la liquidazione di una parcella di 1.608.646 euro per il patrocinio legale dell’ATO Idrico, presso la C.G.A., di una causa contro la ditta Di Vincenzo Spa.

Secondo il Comune di Trapani, “la richiesta di compenso professionale per l’attività di patrocinio non appare fondata, considerato che il mandato espletato dall’avv. Diego Maggio deve intendersi incluso tra i compiti (dallo stesso ricoperti, ndr) di dirigente dell’ufficio di avvocatura della Provincia regionale di Trapani, ente locale responsabile del coordinamento dell’ATO”.

In ogni caso, per il Comune “la pretesa economica avanzata appare determinata, comunque, in difformità ai criteri previsti dalla vigente tariffa professionale forense”.

L’avv. Diego Maggio, invece, nel proprio ricorso al Tribunale, sostiene che, al momento dell’incarico assegnatogli dalla “Conferenza dei sindaci” svoltasi il 21 febbraio scorso presso la sala Giunta della Provincia “ha comunque chiarito di trattarsi di compito non rientrante fra quelli istituzionali dell’ufficio legale provinciale” e che col verbale della riunione “il vice presidente dell’ATO, dava termine ai Sindaci di tutti i Comuni della Provincia, ed in particolare a quelli assenti alla riunione, di significare entro il successivo 25 febbraio, il proprio eventuale dissenso … avvertendo che, in mancanza di ragioni contrarie” avrebbe dato incarico all’avv. Maggio di patrocinare il ricorso.

Sostiene poi lo stesso avv. Maggio era stata anticipatamente resa noto, con nota-riservata del 2 marzo, al “presidente pro-tempore della Provincia l’ammontare dei compensi professionali che gli sarebbero stati dovuti, pur attestandosi al minimo delle tariffe ministeriali”.

Ad onor del vero, la conferenza dei sindaci, tempestivamente, riunitasi il successivo 7 marzo aveva deciso di “confermare l’incarico all’avv. Maggio purché la parcella non superi 10.000 euro, cioè che il legale assuma quale tariffa quella applicabile per le cause di valore indeterminato di particolare importanza”.

Ancora una volta, comunque, l’ATO Idrico, per come è strutturato e per qual’è il suo programma (privatizzare l’acqua) si mostra essere un Ente che può solo danneggiare la collettività.

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