SALTATA LA VENDITA DELLA TORRE


Una vicenda dove tutti hanno torto, questa è, sinora, l’unica cosa certa. La vicenda è quella della vendita, decisa dalla Giunta Fazio di quattro appartamenti che ricadono, sin dal 1913, nell’area vincolata della Torre Carosio, ad angolo tra l’omonima via e quella di via delle Arti.


Una decisione maturata dall’obbiettivo di “far cassa” per coprire i buchi di un bilancio sempre più asfittico
a seguito, anche, delle gravose spese per l’acquisto [rilevatosi inutile se, come pare quasi tutti gli uffici giudiziari si trasferiranno a breve presso il Tribunale di via XXX Gennaio, NdR] del Palazzo della Banca Nuova, in via Libica, e per la “famosa” Coppa America, costata alle tasche dei contribuenti trapanesi, al netto del contributo della Regione, circa sei milioni di euro, centesimo più centesimo meno.

Il Comune, ed il suo Capo, di certo a torto, avevano preferito rinunciare ad un immobile in pieno centro storico a cui avrebbero potuto, invece, dare un destinazione museale, ove esporre, ad esempio, le diverse cartografie della storia urbanistica della città, gli stemmi araldici e le storie delle più antiche e famose famiglie cittadine, foto antiche, e comunque quelle di tutti i beni vincolati cittadini.

Ha, pure, torto il Difensore civico cittadino dott. Pino Alcamo, quando affermava che «la vendita … non ne potrebbe mutare le caratteristiche, la bellezza e la destinazione al pubblico godimento» (sic!). Come, di grazia, è possibile godere di un bene privato? Come per la Giudecca? Limitandoci ad osservarne il prospetto? E forse questo questo che vogliamo offrire ai turisti, una fila di prospetti?

Il Consiglio comunale, dalla Destra alla Sinistra, ancora a torto, ha ignorato la vicenda, mai mettendo bocca sulle dismissioni ed in particolare su quella degli appartamenti inglobati nella Torre Carosio. D’altro canto i consiglieri erano impegnati a discutere di un argomento piuttosto caro ad ogni politico … i piani di lottizzazione!

Ha un grave torto l’Ufficio Patrimonio del Comune dove, sono parole del dott. Pino Alcamo, «…sino al momento dell’aggiudicazione, nessuno conosceva l’esistenza della Torre». E’ evidente che il responsabile dell’Ufficio aveva predisposto la vendita sulla “carta”, senza un sopralluogo presso gli appartamenti: avrebbe almeno notato la vistosa targa gialla posta dall’APT che ricorda come l’immobile era il “famoso” Torre e Palazzo Carosio del XII secolo!

Ha, ancora, torto la Soprintendenza BB.CC. AA. cittadina che, come ha dichiarato con proprio comunicato, ha, solo ora,  «appreso dagli Organi di stampa [La Voce Indipendente di ottobre 2006, NdR] che era in corso un procedimento di alienazione di alcuni beni comunali, siti nel centro storico».

Ebbene sin dal lontano 22 novembre 2004 il Comune aveva annunciato, sul proprio sito internet, che con delibera n. 335 del 18 novembre aveva deliberato un Piano di vendita di immobili comunali. Tale Piano era stato pubblicato, successivamente, sia sulla stampa locale e sia sulla gazzetta ufficiale senza che alla Soprintendenza ci si prendesse la briga di informarsi. La stessa Soprintendenza che non ha notato l’istallazione delle orribili mattonelle verdi, da parte del Culicchia, sul prospetto di un immobile vincolato! Eppure qualcuno di loro sarà andato a sorbire una granita da Culicchia, proprio sotto l’ombra della Torre Carosio!

Infine, ha torto la Città, i trapanesi, che vedevano venduta la propria memoria storica senza alzare la voce. In proposito ha ragione proprio il dott. Alcamo quando ci dice che quella della vendita della Torre Carosio è «una questione di marginale rilievo per l’uomo della strada, che resta afflitto da numerosi piccoli e grandi problemi di scomodità e di disagio quotidiani».

E’ questa la più amara considerazione che si potesse esprimere!

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