Trapani, possibile la pista ciclabile a costo zero?

Pista ciclabile leggera
Pista ciclabile leggera

Trapani, 25 novembre 2014 – “Romafaschifo” non è un sito web frequentato da persone che hanno problemi sociali. E’ un laboratorio di idee. Parafrasando in “Trapanifaschifo”, ci si potrebbe domandare il perché non è possibile a Trapani, a costo zero, o quasi, rendere la città civile e con mobilità sostenibile, risolvendo il classico problema dei “due piccioni con una fava”. Da un lato dare uno spazio sicuro a chi vuole recarsi al lavoro, a scuola, a passeggio, usando una bici; dall’altro ostacolando fisicamente la classica incivile usanza della sosta in doppia fila.

Ma leggiamo dei passi di “Ciclabili leggere. Le piste ciclabili che costano zero e proprio per questo a Roma non si fanno”, articolo pubblicato l’8 febbraio 2010, sul sito “Romafaschifo”.

«Dice: “le piste ciclabili non si possono fare perché costano un tot al chilometro e quel tot non ce l’ha nessuno in questo momento”. E tutti abboccano, associazioni di ciclisti comprese. Peccato che sia l’ennesima falsità».

«Guardate – spiega l’autore del post con tanto di foto d’esempio – come si fanno le piste ciclabili a Bologna o Verona (ma in tutto il mondo è così, si pensi a Parigi): nelle strade che, per dimensioni, lo consentono (e sono moltissime strade), si sposta verso il centro della carreggiata la sosta di circa un metro / un metro e mezzo e si lascia, tra marciapiede e sosta, una intercapedine ciclabile».

Una pista ciclabile a costo quasi zero: «Si forma così, semplicemente dipingendo alcune righe a terra».

Ecco l’ uovo di colombo:«una pista che è sicura e protetta perché utilizza a questo fine le auto parcheggiate (le auto si trasformano da problema in elemento di protezione che separa i flussi ciclabili dai flussi automobilistici)».

L’autore del post spiega la doppia funzione della pista ciclabile urbana:«Che dà ordine alla strada perché riducendone le dimensioni impedisce, fisicamente, la doppia fila».

ciclabile a Parigi
ciclabile a Parigi

Quele è allora il problema? Perchè le Amministrazioni comunali non si muovono secondo una progettazione di questo genere, a costo zero? Il problema, secondo “Romafaschifo” è «Che non costa nulla e che quindi non può avere stop strumentali da parte dell’amministrazione, non può generare appalti, corruzione, sprechi (forse per questo non si fanno…)».

Una proposta che, se si vuole, può crescere:«una volta accettato il principio – scrivono sul blog –, si può anche decidere che la semplice segnaletica è troppo poco e aiutarsi con un piccolo cordolo in plastica come si nota in alcune foto di Bologna, il concetto non cambia e gli investimenti rimangono prossimi allo zero. Un lieve cordolo, magari in travertino o in plastica (per risparmiare ulteriormente), così da impedire totalmente l’eventuale invasione. Si tratta di operazioni a costo irrisorio: irrosorio!».

Ciclabile a Verona
Ciclabile a Verona

«Insomma a costo zero si riqualifica la strada, la si rende più sicura riducendo la congestione e l’incidentalità (e dunque generando milioni di euro di risparmi sul sistema sanitario regionale) e si ricava un percorso ciclabile il quale di fatto va ad occupare lo spazio che è oggi regalato ai prepotenti della doppia fila».

Qualcuno, nei commenti, prova a presentare qualche obiezione:«Ma le sportellate sono rischiose», sostiene. Gli risponde, però, subito, un’altro lettore: «La sportellata non la si prende perché la pista è in senso unico inverso rispetto alle auto dunque l’automobilista che esce dalla macchina ha DI FRONTE il ciclista che sta arrivando».

Pensiamo che la proposta degli amici di “Romafaschifo” sia ragionevole. Voi che ne dite? Ragionevole e riproducibile a Trapani?

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